Silvio Berlusconi, Fininvest: Niccolò Ghedini e Adriano Galliani nel nuovo consiglio di amministrazione
Utili boom e nuovo consiglio d'amministrazione per Fininvest con l'ingresso di Adriano Galliani e Niccolò Ghedini. Prendono il posto di tre professionisti che hanno brillato molto nella costellazione del Cavaliere: Bruno Ermolli (il maestro di Marina), Roberto Poli (commercialista di grido) e Pasquale Cannatelli, l'uomo della finanza che il Cavaliere ha portato in Parlamento due anni fa. Le nomine sono avvenute al termine di un'assemblea dei soci non certo avara di soddisfazioni per la cassaforte della famiglia Berlusconi. Fininvest, ancora una volta, si è dimostrata fonte di grande ricchezza per la dinastia. Silvio e i suoi ragazzi si sono divisi una torta di dividendi da 84 milioni a valere su un utile consolidato di 220 milioni. Un risultato in forte crescita rispetto ai 202,8 milioni del 2018. Escludendo le partite non ricorrenti, il risultato è positivo per circa 213 milioni di euro, in significativo miglioramento rispetto ai 117 milioni realizzato nell'esercizio precedente, sempre escludendo le partite straordinarie.
Il 2020 potrebbe essere molto meno generoso. I risultati, si legge nella relazione di bilancio «saranno inevitabilmente condizionati dalla crisi generata dal Covid-19, crisi di cui ad oggi non è possibile stimare con precisione l'evoluzione. Tuttavia, la solidità strategica, economica e patrimoniale evidenziata ha permesso a tutte le aziende del Gruppo di attivarsi efficacemente per affrontare l'emergenza e per mitigarne al massimo gli effetti negativi sui rispettivi business». C'è anche da dire che, nonostante i brillanti risultati neanche il 2019 è andato esente da difficoltà. Il fatturato, per esempio è sceso a 3.886,4 milioni di euro rispetto ai 4.429,5 milioni del 2018 (-12,3%). «Una flessione da attribuire in gran parte al venir meno per Mediaset dei ricavi pubblicitari legati ai Mondiali di calcio e alla cessazione dell'attività di pay-tv» scrive Marina nella relazione di bilancio nella veste di presidente. L'indebitamento è salito a 1,305 miliardi rispetto agli 878,8 milioni del 2018. Il peggioramento di 426 milioni è riconducibile agli investimenti di natura strategica effettuati nel corso dell'esercizio. In particolare da parte di Mediaset con la scalata a Prosienbensat. In ogni caso il gruppo è ancora in grado di generare una cassa di 330 milioni. Silvio e suoi ragazzi possono dormire tranquilli.