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Vittorio Sgarbi querela Mara Carfagna: "Insulti inventati, un'indignata a comando"

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Il Parlamento è diventato “luogo di censura e di restrizioni”, e allora Vittorio Sgarbi porterà in tribunale Mara Carfagna e Giusi Bartolozzi “vista la grave diffamazione consumata ai miei danni con accuse false”. In quella sede il deputato del gruppo Misto intende anche “ricostruire il percorso” che ha portato la vicepresidente della Camera e la collega di Fi in Parlamento “in modo che, anche se con anni di ritardo, si possa dire: aveva ragione Sgarbi”. Insomma, il noto critico d’arte vuole andare fino in fondo a questa storia e parla di “insulti inventati” da “due indignate a comando” che tutto sono “tranne che vittime”.

Sgarbi sostiene che le sole parole “irripetibili” che ha pronunciato sono “ridicola” alla Bartolozzi e “fascista” alla Carfagna. Quanto alla deputata di Fi, con un passato da magistrato, il parlamentare del Misto ribadisce di averle “evocato il nome di Berlusconi solo per ricordarle che si trova in Parlamento proprio grazie alla generosità di Silvio, l’uomo più perseguitato d’Italia da certa magistratura. La stessa che ho denunciato nel mio discorso alla Camera e che lei ha ciecamente difeso, come se lo scandalo delle chat di Luca Palamara fosse un’invenzione”. Ma Sgarbi ne ha ancora anche per la Carfagna, che definisce “ex soubrette in catene”, ribadendo che “impedirmi di parlare e votare è un atto fascista”. 

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