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Frank Cimini, l'uomo che conosce meglio le procure italiane: "Chi mente tra Di Matteo e Bonafede. Il problema è Mattarella"

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Uno tra Alfonso Bonafede e Nino Di Matteo mente. E il nodo vero del caos giustizia è Sergio Mattarella. A sostenerlo in un'intervista a Sussidiario.net è Frank Cimini, decano dei cronisti giudiziari milanesi, "cane sciolto" (e soprattutto, al di sopra di ogni condizionamento) dei giornalisti che hanno passato e passano giorni e notti nei corridoi della Procura milanese. Abbastanza a sorpresa, Cimini picchia duro sul pm Di Matteo: "Di Matteo cerca di salvare il salvabile. Oltre che pubblico ministero, siede anche nel Consiglio superiore della magistratura, e non può fare questo tipo di dichiarazioni",

 

 


Il nodo tutto, come si diceva, è il presidente della Repubblica. Mattarella, sottolinea Cimini, "ha un incarico che comporta precisi doveri, che non riesce a soddisfare non solo per colpa sua, ma non può parlare di degenerazione e distorsioni, qui siamo davanti a un sistema, come quando si parlava di servizi segreti deviati. I servizi segreti deviati non sono mai esistiti, esistono solo i servizi segreti e basta. Questo modo di parlare è un modo per minimizzare la questione". "Se Mattarella minimizza il problema, non se ne esce - concluce Cimini -. Credo che il sistema, in questo momento, non sia riformabile, la politica è troppo debole, nel senso che è ricattabile, perché i politici continuano nelle ruberie, e non è in grado di tenere i magistrati al loro posto, perciò fanno quello che vogliono fare: indagini che vengono avviate perché gli conviene e altre che non partono perché non le vogliono fare. Non è un problema elettorale, quella del sorteggio è una stupidaggine. E non è un problema tecnico. Solo la politica può risolverlo, ma è troppo debole".

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