Ma davvero il dittatore Maduro diede 3,5 milioni ai Cinque Stelle?
Non si dava un’importanza simile ad una valigia dall’agosto 1977, da quella che conteneva Herbert Kappler il boia contorsionista delle Fosse Ardeatine evaso dal Celio. La differenza è che lì dentro c’era accartocciato un nazista, qui la reputazione del primo partito d’Italia. La reputazione e 3,5 milioni di euro in biglietti di piccolo e medio taglio, parrebbe.
Dunque. C’è questo documento spuntato da un’inchiesta spagnola del quotidiano ABC, che pubblica la lettera top secret datata 5 luglio 2010 tra il ministero della Difesa di Caracas e i servizi di intelligence militari del Venezuela, in cui si parla del trasferimento di una valigetta, con tre milioni e mezzo di euro, appunto dal paese sudamericano a Milano per finanziare il Movimento 5 Stelle. Il mittente citato in calce è la “Repubblica bolivariana de Venezuela”, il protocollo pare autentico, il tono burocratico pure: “Tengo el honor de dirigime a usted en la oportunidad de informarle sobre situaciòn occurente en la Republica de Italia…”. Ossia: “Ho l’onore di rivolgermi a lei per informarla riguardo una situazione in corso in Italia, riferita da un nostro addetto militare in quel Paese. La questione riguarda la raccomandazione al nostro funzionario di indagare riguardo l’origine di una valigia contenente euro in contante, inviato al console del Venezuela a Milano”. Ed ecco subito la conferma: “Si è potuto sapere che effettivamente fu inviata una valigia con 3,5 milioni in contante, denaro proveniente da un fondo segreto del nostro Paese, amministrato da Tarek el Aissami (accusato dagli Usa di traffico di droga e per la cui cattura Washington offre 10 milioni di dollari) per conto del ministro dell’Interno, e avallato e autorizzato dallo stesso titolare dell’Interno Nicolas Maduro”. E poi, si legge ancora nel documento: “L’invio della valigia contenente il denaro avvenne in modo sicuro e segreto attraverso una “valigia diplomatica. La destinazione del denaro nella sua totalità era per un cittadino italiano di nome Gianroberto Casaleggio, promotore di un movimento (il M5S, ndr) di sinistra rivoluzionario e anticapitalista nella Repubblica italiana”.
E ancora i 3,5 milioni di euro sarebbero stati inviati “in modo sicuro e segretamente attraverso la borsa segreta”, si legge nel fascicolo dell’intelligence militare che Hugo Carvajal (allora capo dei Servizi), fuggitivo della giustizia dallo scorso novembre, dopo che era stata approvata la sua estradizione negli Stati Uniti. Insomma, ci sono tutti gli elementi del giallo. Un ministro compiacente che diverrà feroce dittatore condannato in seguito dall’universo mondo; i Servizi capeggiati da un delicato signore che, a causa delle sua indefessa attività di narcotraffico e forniture d’armi ai guerrilleri delle Farc, diverrà, negli anni, uno dei maggiori ricercati dall’Interpol; una valigetta utilizzata dalle rappresentanze diplomatiche che gode dell’immunità di perquisizione e sequestro, zeppa di contante per finanziare l’ennesima rivoluciòn di sinistra e anticapitalista; e un presunto destinatario della valigetta – Casaleggio Sr.- che probabilmente non ha mai saputo di essere un rivoluzionario anticapitalista. E che, essendo defunto, non può smentire, ma in sua vece lo fanno il figlio, il governo venezuelano e Vito Crimi che in questo momento minacciano di querelare ogni cosa in movimento. Ora, noi siamo garantisti e non abbiamo motivo di credere che i suddetti documenti non siano una fake news “ridicola e fantasiosa e vile”, come sbuffano i pentastellati. Però.
Però, diamine la fonte è il più antico quotidiano spagnolo, uno dei più autorevoli e diffusi giornali iberici con 11 edizioni e 660mila lettori, e una posizione di rilievo a Madrid e Siviglia. Se andate sul suo sito la notizia “El Chavismo financiò el Movimiento 5 Estrellas que hoy gobierna en Italia” è la seconda nell’homepage dopo il Coronavirus. E ABC, alla minaccia di querele se fotte e risponde: “Il governo venezuelano ha scelto di non rispondere al questionario fatto pervenire da ABC e destinato a Maduro e El Aissami. Possibilità di replica è stata offerta anche all'attuale leader del Movimento 5 Stelle Vito Crimi, al precedente leader politico Luigi di Maio, al console venezuelano a Milano, Gian Carlo di Martino e allo stesso Grillo. Nessuno di loro ha risposto alle domande di questo quotidiano”. E attraverso il vicedirettore Luis Ventoso conferma tutto “siamo un giornale serio e rispettabile, di massima qualità. Facciamo le nostre verifiche, non siamo dei pazzi che pubblicano le prime informazioni che ci capitano”. E lo stesso autore del pezzo Marcos Garcia Rey, considerato un ottimo giornalista investigativo (materia, quella dell’inchiesta, che insegna all’università) non ha mai perso una causa, e assicura: “Io sono tranquillo. Il mio lavoro è verificato da più fonti e non ho mai pubblicato alcun articolo basato su notizie false”. Sicché, diamine, qualche dubbio ci viene. Soprattutto tenendo conto degli spiazzanti discorsi a favore del dittatore Maduro pronunciati con insistenza da esponenti autorevoli dei 5 Stelle come Di Battista, Di Stefano e Di Maio, unici al mondo. E il sospetto è l’anticamera della verità, come direbbe Bonafede…