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Vaticano, Nicola Porro: dietro lo scandalo dell'immobile londinese anche una gola profonda. E il Papa sa già chi è

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Volano di nuovo i corvi in Vaticano e uno tsunami sta per arrivare. Una sorta di Vatileaks 3 con l’aiuto di una gola profonda. Lo scrive Nicola Porro  nel suo sito. La vicenda di Gianluigi Torzi sull’acquisto del palazzo londinese di Sloane Avenue 60 a Londra, avvenuto 2 anni fa. Acquistato per volere della Segreteria di Stato come ripiego, dopo che era saltato un investimento in Angola, attraverso la partecipazione al fondo Athena, del finanziere Raffaele Mincione. Il Vaticano, dunque, non aveva acquistato le mura, bensì quote del fondo proprietario del palazzo, spiega Porro. L’operazione, però, era stata fallimentare. Le quote azionarie del Vaticano erano costate perdite per oltre 18 milioni. Per contenerle, la Segreteria aveva deciso di uscire dal fondo Athena e di entrare integralmente in possesso dell’immobile. Ma dopo aver infruttuosamente versato 40 milioni a Mincione, si era rivolta a un intermediario – Torzi, appunto – che avrebbe estorto una somma tra i 10 e i 15 milioni di euro.

 

 

 

 

 

 

In molti in Vaticano, stanno considerando un abuso questa misura, totalmente ingiustificata, anche perché i documenti sono tutti regolarmente controfirmati dalle autorità della Segreteria di Stato, compreso l’accordo finale che prevede il pagamento dei 15 milioni per prestazioni avvenute. Cause pesantissime di danni colpiranno la Santa sede, prevede il giornalista, soprattutto per la strategia di disinformazione che dagli ambienti della procura sta avvenendo con la distribuzione di documenti riservati, che gli avvocati non avrebbero mai utilità a portare avanti. Porro parla di una  gola profonda. Chiunque sia, spiega, è già stato individuato e segnalato all’entourage del Papa e probabilmente sarà il prossimo a dover occupare uno spazio nelle eleganti celle della Gendarmeria.

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