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Coronavirus, Nicole Junkermann e la ricaduta geopolitica della pandemia: Usa, Europa, Cina e Russia, cosa cambierà

Nicole Junkermann
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Capire la ricaduta geopolitica è cruciale per prevedere l'economia globale che emergerà da questa pandemia. Nicole Junkermann, imprenditrice ed investitrice internazionale nonché fondatrice di NJF Holdings, società di investimento internazionale con interessi in venture capital, private equity e proprietà immobiliari, analizza le dinamiche e le problematiche che caratterizzano Stati Uniti, Europa e Cina, aree in cui l'esperta ha lavorato e vissuto. 

Il Covic-19 sta cambiando il mondo come lo conosciamo. Il modo in cui le economie globali interconnesse e i sistemi finanziari usciranno da questa crisi sarà modellato in modo significativo dalla geopolitica e dalle relazioni internazionali. Questa crisi si sta diffondendo in tempo reale, colpendoci sempre di più: l'epicentro si è spostato dalla Cina all'Europa e infine agli Stati Uniti, ma continua a diffondersi ulteriormente, e al momento ci sono ancora regioni del mondo che non sono state quasi per niente toccate dal virus. Non essendoci la possibilità imminente di un vaccino, molti paesi stanno cercando di mettere in atto strategie sia a breve che a lungo termine per gestire e mitigare al meglio gli effetti del Covid. Tuttavia queste strategie devono mettere da parte i singoli interessi nazionali e facilitare la necessaria cooperazione internazionale, per garantire che i paesi possano lavorare insieme ed affrontare questa pandemia con una risposta unificata e coordinata.

L'attuale previsione del Fondo Monetario Internazionale (FMI) prevede per quest’anno una contrazione dell'economia mondiale del 3%. Il FMI stima anche che le economie sviluppate e i paesi trainati dalle materie prime saranno i più colpiti, con attesi cali del PIL del 6% negli Stati Uniti, del 7,5% nell'Unione Europea e del 9,1% in Italia. Per i settori globalizzati che affrontano una battaglia per la sopravvivenza, come l'aviazione e il turismo, non ci sono piani chiari su come raggiungere l’obiettivo esistenziale.

Inoltre, alcune organizzazioni internazionali manifestano crescente preoccupazione affinché i singoli paesi non adottino misure che potrebbero, durante la pandemia, causare significative interruzioni alle catene globali di approvvigionamento alimentare. Recentemente abbiamo visto la Russia annunciare che sospenderà l’esportazione della maggior parte dei cereali fino al 1° luglio, mentre i commercianti indiani di riso hanno smesso di firmare nuovi accordi di esportazione a seguito del blocco nazionale delle esportazioni di riso da parte dell'India. Questa è una crisi veramente globale, di dimensione inedita dai tempi della seconda guerra mondiale, e la cooperazione internazionale è assolutamente essenziale: i paesi che agiscono da soli faranno fatica a risolvere i problemi causati dal virus.

Nuovi equilibri - Da un punto di vista geopolitico esistono due principali superpotenze: gli Stati Uniti e la Cina. Le decisioni prese da questi due Stati nell'era post-Covid e il modo in cui questi paesi lotteranno per il controllo e l'influenza globali - influenzeranno il resto dell'economia mondiale. Ad esempio le economie petrolifere, come la Russia ed il Medio Oriente, saranno costrette a collaborare più strettamente con la Cina, subendo infine un maggiore controllo economico cinese? Inoltre, i molti paesi europei che avranno sofferto molto a causa del Covid saranno in grado di resistere all'inevitabile pressione economica che eserciterà la Cina (per la quale l'UE è il principale partner commerciale) mentre quest’ultima cercherà di approfittare della crisi per imporre le proprie condizioni sui futuri accordi commerciali?

Donald Trump ha già iniziato una guerra verbale con la Cina, accusandola di insabbiamento e mancanza di trasparenza, allo stesso tempo interrompendo il proprio sostegno all'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). D’altro canto, la Cina ha affermato che probabilmente cercherà di rinegoziare l'accordo commerciale USA-Cina, invocando le clausole di forza maggiore comprese in tale accordo. Non è chiaro come si svilupperà il rapporto tra le due maggiori economie mondiali, ma è chiaro che la tensione iniziata nel 2019 si è inasprita durante la pandemia.

Tuttavia, USA e Cina non sono le uniche potenze mondiali. Sarà anche molto importante vedere cosa accadrà nell'UE. Riuscirà l’Unione Europea a sopravvivere come la conosciamo oggi? E, in caso contrario, quali alleati si sceglieranno i singoli paesi dell’Unione?

Questa crisi ha attirato l'attenzione sul netto divario tra Nord e Sud Europa. Da un lato, Germania e Paesi Bassi sono stati accusati di mancanza di solidarietà e incapacità di offrire sostegno a livello europeo. Allo stesso tempo, il FMI prevede che l'Italia e la Spagna saranno i paesi più colpiti economicamente in Europa e, senza il sostegno del più ampio blocco dell'UE, l'effetto potrebbe essere catastrofico.

Questi disaccordi - a tutti i livelli politici - rappresentano una minaccia fondamentale per l'unità stessa dell'Unione Europea. Alcuni fondamenti dell'UE, come la libera circolazione delle persone e delle merci, sono stati temporaneamente sospesi a causa della pandemia di Covid-19. È preoccupante vedere alcuni paesi, come ad esempio l’Ungheria, prendere unilateralmente decisioni sui propri confini senza consultare gli altri paesi dell'Unione. Potremmo stare entrando in una nuova prassi in cui, al posto delle linee-guida unificate stabilite da Bruxelles, i singoli paesi faranno molto più affidamento sulla propria sovranità individuale.

Globalizzazione - In termini di relazioni economiche globali, la globalizzazione è stata una tendenza costante negli ultimi 50 anni – e il Covid potrebbe essere il primo punto di svolta in questo senso. Abbiamo assistito ad un numero crescente di proclami da parte di politici locali e nazionali di tutto il mondo affinché le nazioni usino prodotti locali e supportino le imprese locali. Abbiamo visto il governo giapponese sostenere l’uscita di alcune società dalla Cina per riportare la produzione in Giappone, mentre negli Stati Uniti gli investimenti delle società in Cina si sono quasi completamente prosciugati.

Molto probabilmente assisteremo a molti esempi analoghi a breve termine, con una società esacerbata dall'assenza di viaggi internazionali, dalla quarantena forzata per i visitatori in arrivo e dalle richieste dei governi mondiali affinché i cittadini restino a casa. Probabilmente è inevitabile che queste tendenze rafforzeranno l'orgoglio nazionale, il che potrebbe causare un aumento dell’attenzione e del sostegno politico nei confronti della retorica nazionalistica.

Ma soprattutto, lasciando da parte gli Stati e la politica internazionale e concentrandoci sulle persone, specialmente quelle che sono state e saranno colpite dal virus, purtroppo saranno in pochi a trarre beneficio da questa pandemia, e ci sarà sicuramente una transizione difficile nel mondo post-COVID-19 per milioni di persone in tutto il pianeta.

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