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Elettra Lamborghini massacra gli antirazzisti per convenienza: "Foto nera? Mi sta sul ca***, siete i peggiori ipocriti"

Fabrizio Biasin
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Elettra Lamborghini non è fatta proprio come tutte le altre persone, come me e te, per dire. Noi non abbiamo il corpo tempestato di diamanti, lei sì. Noi non abbiamo il culo leopardato, lei sì. Soprattutto, noi non abbiamo il suo conto corrente. Tra le altre cose che distinguono "noi" da "lei" c'è la capacità di dire le cose per quello che sono, l'innato istinto a non fingere per piacere a tutti i costi. Prendete le sue ultime storie su Instagram: mentre in giro per il mondo vip e vippettini, eminenze varie e persone comuni si adoperano per postare la "foto in nero", ovvero pubblicizzano via social la loro solidarietà alla comunità afro per i fatti di Minneapolis, lei evita e spiega perché senza troppi giri di parole. 

 

Dice: «Non mi piace pubblicare quello che pubblicano le altre persone perché semplicemente è un "hype" (letteralmente "una montatura" ndr)». E poi: «Mi sta sul ca..o, loro non sanno quello che sta capitando, non sanno niente, lo fanno solo per tendenza». E ancora: «Anche la giornata dei gay... pubblicano l'arcobaleno e poi sono i primi che gli danno dei f..ci maledetti». Fino a: «Oggi è la giornata che bisogna mettere la foto tutta nera, poi sono i peggio razzisti. Io a queste cose non ci sto. Se foste tutti così buoni non sarebbe un mondo così di me..a. Quindi fate anche meno gli ipocriti. Vogliono fare tutti le belle faccine quando invece sono le peggio me..e. Il cambiamento non è postare una foto». Bene, come avete potuto intuire Elettra è una del genere «parlo come mangio» ma, al netto di questa o quella parolaccia, ha tutta la nostra approvazione. 

Cioè, la forma sarà pure quella che è, ma la sostanza è decisamente sottoscrivibile (stesso discorso per Alec Baldwin, l'attore americano massacrato per aver definito il Blackout Tuesday «la giornata nazionale di qualunque cosa»). Per ovvi motivi è impossibile produrre una statistica di qualche genere, ma la sensazione è che, nella maggior parte dei casi, fatti come quello di Minneapolis siano visti dall'influencer di turno come un'occasione per «fare volume», beccarsi qualche chilo di cuoricini aggratis, aumentare il proprio consenso sfruttando il momento. E allora eccole lì le foto in nero pubblicate da chi il giorno prima ha mandato a quel paese i gilet arancioni e quello prima ancora ha fatto pubblicamente il tifo per infermieri e dottori. Oh, capiamoci, tutte scelte corrette, ma soprattutto molto "comode" («scrivo così, sto con la maggioranza, faccio bella figura, tutti felici»). Ecco, la Lamborghini non ci sta e amplia il discorso: «Voi siete gli stessi che se la prendevano quando sbarcavano le madri e i bambini, siete gli stessi che giudicano dal colore della pelle. Non sapete guardare al di là del vostro naso». 

 

E, niente, senza voler fare chissà quale analisi sociologica la cantante bolognese (sì, canta. E vende pure) fa intendere che i social siano un serbatoio di ipocrisia e, invece, andrebbero utilizzati senza prendersi troppo sul serio. Ecco, per dire, dopo il predicozzo agli pseudo-antirazzisti Elettra la butta sul cazzeggio e gioca con la sua Musica. (E il resto scompare), il brano presentato all'ultimo Festival: «Ho un'infezione ai reni che purtroppo mi torna spesso. Stanotte ho passato la nottata al cesso. Stando al cesso il dolore scompare, quindi... facendo due calcoli... cesso e il dolore scompare». Fattuale.

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