Romano Prodi scommette su Conte: "I governi cambiano quando c'è un'alternativa, Renzi lo ha dimostrato"
Romano Prodi, in una intervista al Corriere della Sera, analizza l'attuale momento politico e teorizza che lo Stato sia parte attiva nella difesa delle imprese e che Confindustria eviti critiche ingenerose. Infine per l'ex premier il governo Conte non deve cadere: "I governi cambiano quando c'è un'alternativa. Per capirci: Renzi ha dimostrato che non è certo il momento di far cadere questo esecutivo anche perché il Quirinale aveva fatto sapere che si sarebbe andati subito ad elezioni. E infatti Italia viva è rimasta al suo posto". E dopo aver benedetto l'accordo Pd-Cinquestelle ("prima la discordia era su tutto, ora su metà delle cose. Certo, non devono restare assieme per sopravvivere, ma trovare una comune visione del futuro"), attacca il neo presidente di Confindustria, Carlo Bonomi e le sue recenti dichiarazioni ("questa politica rischia di fare più danni del Covid").
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"È un'affermazione distruttiva, non costruttiva. Non serve la faccia feroce. Esiste anche l'esame di coscienza. Ci aspettiamo che dica che cosa deve fare l'industria italiana per affrontare la concorrenza internazionale nel post Covid. Pur essendo professore di economia industriale debbo tuttavia ricordare che non esiste solo l'industria. Bisogna far di tutto per riportare le imprese in Italia, esiste però la povera gente che non sa come far quadrare i conti, esistono i bar, i ristoranti e le agenzie di viaggio. A tutti, sindacati compresi, è richiesto un passo avanti". Infine riconferma che lo Stato deve essere chiamato a intervenire per proteggere le imprese. "Quando è necessario bisogna pensare a una partecipazione pubblica di minoranza nelle imprese anche per difendere da mire straniere le aziende indispensabili al nostro futuro. Non è statalismo: basta guardare a quello che fanno i francesi. Difendere gli interessi nazionali non è un affare da sovranisti. Naturalmente mi auguro che il necessario intervento pubblico sia un fatto temporaneo". Si dice favorevole al Mes: "È un prestito senza condizionalità e a un tasso più basso di quello di mercato".