Bruno Vespa, il disastro di Giuseppe Conte e la scialuppa di salvataggio Ue: "Riforme vere è l'unico prezzo degli aiuti"

sabato 30 maggio 2020
Bruno Vespa

Bruno Vespa

2' di lettura

Anche Bruno Vespa appartiene allo schiera di chi non si lascia andare ai facili entusiasmi per il Recovery Fund. “Il processo per avere gli 81,8 miliardi a fondo perduto - scrive nel suo editoriale su Il Giorno - è lungo, complesso e speriamo che la medicina non arrivi a paziente defunto. Par di capire che i soldi ci verranno bonificati in larga parte a rate dopo aver verificato che abbiamo mantenuto alcuni impegni. Non c’è minaccia della Troika: non ci pagano la rata e finisce lì”.

Giuseppe Conte, crollo nel sondaggio Pagnoncelli dopo il lockdown: gestione della crisi economica, consensi in discesa

Gli indici di gradimento di Giuseppe Conte e del suo governo a trazione Pd-M5S fanno registrare un calo rispettivamente ...

Stavolta l’Europa sembra chiedere cose ragionevoli, ma il negoziato è solo all’inizio. In attesa di capire che cosa accadrà, Vespa spunta l’attenzione sul decreto ‘semplificazione’, che attende con ansia da quando è stato annunciato da Giuseppe Conte. Al premier si chiede di far partire immediatamente opere pubbliche finanziate e ferme da tanti anni: “Non gli chiediamo di fare come Enrico Mattei che negli anni cinquanta occupava di notte i comuni con una squadra di partigiani-operai, sventrava le strade, collocava i tubi del metano e quando si svegliava il sindaco furibondo gli regalava una scuola”.

Era un’altra Italia, sottolinea Vespa, secondo cui “oggi non siamo capace di fare ‘miracoli’. Impariamo almeno a fare le cose normali e facciamole presto”. Anche perché la situazione economica è pesante: si prevede un milione di nuovi disoccupati, con una perdita del Pil che può arrivare al 13%. “La Germania - conclude il conduttore di Porta a Porta - perderà meno del 7% e l’anno prossimo rimbalzerà oltre il 10%. E fermiamoci qui".