Roberto Burioni: "Il coronavirus non è un 'cigno nero', l'epidemia era prevedibile"
Roberto Burioni risponde ad alcune domande sulla storia dei virus dalle colonne del Corriere della Sera. In particolare, il noto virologo marchigiano spiega perché non si dovrebbe utilizzare il temine di “cigno nero” per descrivere l'emergenza, non essendo un evento rarissimo e imprevedibile. La diffusione del Covid-19 era “prevedibilissima. Da tempo gli scienziati - sottolinea Burioni - avevano lanciato un allarme circa una possibile epidemia. La questione che si sono sempre posti era non come arriverà, ma quando. Ecco, siamo arrivati al quando: oggi ci dobbiamo confrontare con un virus respiratorio che si chiama coronavirus”. Quest’ultimo ha costretto al blocco quasi totale dell’Italia e ancora promette di fare danni per altre settimane. Per Burioni le “avvisaglie” della comparsa del Covid-19 “erano emerse in passato con l’epidemia di Sars del 2003 e di Mers del 2012” perché anche quelle erano “dovute sempre a coronavirus”. E di conseguenza il virologo sostiene che “non si dovrebbe parlare di ‘cigno nero’”.