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Vittorio Feltri: Bianca Berlinguer, il tappetino di Asia Argento. Si dia una regolata

di Andrea Tempestini domenica 17 dicembre 2017

3' di lettura

Martedì sera va in onda su Rai3 “Cartabianca”, programma gestito da Bianca Berlinguer da quando costei non dirige più il telegiornale, cioè Telekabul. L’ultima puntata era dedicata alla vicenda scabrosa di Asia Argento, di cui si parla da mesi quasi che fosse la storia del secolo. I fatti sono noti benché rimasti nebulosi. Alla giornalista non sono bastate le ricostruzioni riportate dalla stampa e dalla tv. E ha voluto ulteriormente approfondire il tema delle molestie o abusi o violenze sulle donne. Cosicché nella sua ultima serata ha insistito a trattarlo con l’evidente intento di allestire un processo contro i porcelloni, assolvendo a titolo preventivo le loro vere o presunte vittime. Davanti alle argomentazioni conformistiche di Bianca Berlinguer siamo rimasti basiti: sotto accusa non c’erano solo i maiali e le signore che ne hanno soddisfatto, magari obtorto collo, gli insani desideri, bensì i quotidiani che hanno raccontato la rava e fava. Gli imputati contro cui si è scagliata la figlia di Enrico, fu segretario generale del Pci al tempo del Centralismo democratico (del piffero), sono stati gli addetti alla informazione. In particolare quelli di Libero e del Giornale, i peggiori secondo lei, dato che hanno messo in dubbio le dichiarazioni “postume” della povera Asia. La quale, bonariamente intervistata dalla conduttrice, ha ribadito la sua tesi: intimidita, anzi paralizzata dal produttore cinematografico che l’aveva ricevuta in camera da letto, ha finito per soggiacere alle sue richieste sessuali. Madame Argento si è sforzata di narrare per l’ennesima volta gli accadimenti, ma non ha convinto nessuno. Ella infatti ha ammesso di aver massaggiato il cinematografaro, che poi ha preteso ulteriori prestazioni, prontamente eseguite dalla giovane. Che si è giustificata così: ero una ragazzina e, praticamente impietrita (non completamente), non ho avuto la forza di opporre un rifiuto. E ha precisato: avevo solo 21 anni. Età in cui io avevo già svolto il servizio militare di leva, e molte donne erano già spose e madri, quindi in grado con un po’ di buona volontà di mandare affanculo qualunque scocciatore. L’attrice invece, forse immatura, ha preferito sottostare alle bramosie del suino. La ex fanciulla ora quarantenne insiste: non denunciai l’aggressione (?) perché afflitta dalla paura, in quanto il produttore era un uomo potente. Perché potente? Era padrone del cinema. Non capisco, aggiungo io: che cavolo di potere può avere un boss delle cineprese su una guagliona? Quello di mandarla al diavolo se non si concede? Se lei non lo ha scacciato significa che non le conveniva. Senza contare che se un omaccione ti invita in camera da letto dovrebbe venirti il sospetto che non intende soltanto fare due chiacchiere, forse spera di giocare al dottore. Se il dubbio non ti sfiora, probabilmente, pur avendo 21 anni, ragioni come una di 8. Ma la cara amica Berlinguer trascura la logica e addirittura il senso comune e dà addosso a Pietro Senaldi e a Renato Farina che hanno osato eccepire su un dato: come si fa a rendere noto un episodio delittuoso vent’anni dopo che è avvenuto? Bianca sembra un martello pneumatico: è impegnata a difendere Asia e non ascolta neppure i suoi ospiti, eccetto Scanzi, che, essendo schierato con l’attrice, viene pubblicamente approvato e lodato. La padrona di casa gode nell’attaccare Libero e ne cita un titolo: “Prima la danno via, poi piagnucolano e si pentono”. Dov’è l’errore? A un certo punto “Cartabianca” ripropone una mia intervista alla brava Toffa delle Iene al termine della quale, in studio, scoppia un applauso. Si vede che le mie parole sono state gradite ai presenti. E allora? Si afferma che in Italia Asia è stata redarguita mentre le sue colleghe americane, che avrebbero subito gli stessi torti, si sono giovate della solidarietà non soltanto femminile. Questo sarebbe il sintomo di una scarsa sensibilità nostra nei confronti delle signorine. Non saprei. Però so che gli Usa, quando fa comodo ai progressisti, sono la culla della civiltà, quando invece eleggono Trump presidente, sono una fucina di barbarie. Senti, Bianca Berlinguer, il tuo cognome non ti autorizza a dire gratis bischerate. Datti una regolata. di Vittorio Feltri

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