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Luigi Di Maio, a difenderlo solo la fidanzata Virginia Saba: il paragone da brividi con cui lo rilancia

di Davide Locano venerdì 31 maggio 2019

2' di lettura

Dal post smielato alle citazioni auliche. Solo quattro giorni fa Virginia Saba, bionda fidanzata di Luigi Di Maio, decantava le lodi del suo compagno in un messaggio social pieno di maiuscole, di aggettivi e ad alto tasso glicemico. Lui veniva descritto come «un eroe romantico che aiuta gli ultimi», la sintesi di «Autenticità e Bellezza, dunque Verità» inseguite per tutta la vita da Virginia e trovate in Gigino, che «ha il cuore, il garbo e il coraggio con i quali cerchi di ridare luce e dignità a chi è inascoltato». Era la vigilia delle Europee e forse la 36enne intendeva, così, in pieno silenzio elettorale, dare una mano al malconcio capo dei Cinquestelle. Non è servito. Leggi anche: Virginia Saba in intimo, la foto che fa infuriare lady Di Maio A spoglio concluso, la Saba è andata oltre attingendo dai libri del liceo per manifestare la sua vicinanza allo sconfitto di questa competizione. «Aristide il Giusto era un politico ateniese così virtuoso che l' avversario Temistocle, noto per l' eloquenza, trovò con lui un' alleanza», ha scritto su Instagram mentre nel Movimento cresce la pattuglia di chi vuole far fuori il suo amore. La giornalista sarda ricorre alla storia greca per parlare del presente, paragonando Di Maio ad Aristide e Matteo Salvini a Temistocle, senza però citarli. «Una volta», prosegue il messaggio, «Aristide ebbe il compito di raccogliere gli ostrakon, tavolette di ceramica sulle quali gli ateniesi scrivevano il 'no like' per giudicare democraticamente i politici. Gli si presentò un cittadino il quale consegnò il suo ostrakon per 'quell' Aristide', non sapendo di essere davanti a lui. Aristide gli chiese quale fosse il motivo, senza rivelargli la sua identità. Quello rispose che era stanco di sentir nominare Aristide il Giusto. Aristide da virtuoso prese il suo ostrakon senza dir nulla. Tempo dopo il Giusto fu ostracizzato». Virginia conclude la metafora: «Capita che la democrazia sia quella serie di sincopate preposizioni, vaghe e generiche, che decidono cosa sia giusto o sbagliato. E spesso la virtù sta nell' unico escluso. Fu poi la necessità a far sì che Aristide tornasse per sconfiggere i persiani. Del resto è quando siamo davanti al pericolo che tutto cambia...». Insomma, Virginia è sicura: «Luigi tornerà». Ma come non si sa... di Brunella Bolloli

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