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La web tax fa litigare De Benedetti e Grillo

L'Ingegnere, nel suo blog, contro il leader 5 Stelle: "Google paghi le tasse"

Matteo Legnani
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Non c'è che dire: anche un Grillo può tornar utile. La presenza del leader del Movimento 5 stelle, assieme a Roberto Casaleggio, nel fronte anti web tax consente a Carlo De Benedetti di sparare ad alzo zero  sulle colonne dell'Huffington Post (gruppo Espresso) contro i  «prodi paladini dell'iniquità e dell'antimercato», scesi in campo al fianco «dell'inossidabile mito di Google» contro il povero  Francesco Boccia, il fedele scudiero di Enrico Letta che, dopo aver tentato di rifilare l'Ilva a Putin, ha colto l'occasione della legge di Stabilità per imporre l'Iva ai giganti della new economy.  Concentrando il fuoco su Grillo, l'Ingegnere nelle vesti di blogger riesce, impresa non facile, a non citare alcuno dei «legali, giornalisti, imprenditori, economisti» che hanno criticato il provvedimento sia nel merito che nel metodo. A partire da Matteo Renzi che aveva inflitto un dispiacere al suo grande elettore  bocciando  il boccia-emendamento con il consueto sarcasmo: «siamo passati dalla nuvola digitale alla nuvola nera di Fantozzi». Insomma, la web tax minaccia di essere una polpetta indigesta, una delle tante che si accumulano sulla mensa del Pd, anche senza scomodare i grillini e dintorni. Una polpetta calda, anzi bollente, visto che, come teme l'Ingegnere blogger,  «I prodi paladini dell'iniquità e dell'antimercato sperano ancora di fermare la “web tax” con un blitz fuori tempo massimo, magari a Bruxelles». Leggi l'approfondimento di Ugo Bertone su Libero in edicola sabato 28 dicembre

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