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Granata: a rovinare politicamente Fini è stato Napolitano

L'ex Futuro e libertà in un'intervista: il capo dello Stato lo obbligò a restare presidente della Camera per favorire l'arrivo di Monti a Palazzo Chigi

Matteo Legnani
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Da ormai da un anno, Gianfranco Fini è un ex della politica. da quando, dopo tre anni abbondanti sullo scranno più alto della Camera dei deputati, ha raccolto una miseria di voti alle elezioni dello scorso febbraio. Punto e fine. E invece no. Perchè il suo nome continua a incombere sul travagliato periodo che ha visto la scissione del Pdl prima e l'ascesa a Palazzo Chigi di Mario Monti al posto di Silvio Berlusconi. E in quello che il leader azzurro ha definito più volte un "colpo di Stato", un ruolo da "utile idiota" potrebbe averlo avuto proprio Gianfranco Fini. A dirlo, in una intervista sul Fatto quotidiano, è un altro ex membro di Futuro e libertà, Fabio Granata. Granata parte dal fatto che, nonostante la scissione del 2010 e la nascita di Futuro e Libertà, Fini rimase presidente della Camera. E vi rimase, spiega, per volere dell'allora come ora capo dello Stato, Giorgio Napolitano. "Oggi credo ci sia stata una regia di Napolitano che ha condizionato tutte le forze in una direzione conservatrice" spiega Granata. Una "protezione", quella del Quirinale, che però secondo Granata finì per rovinare lo stesso Fini, imbalsamandone il ruolo politico. "Ne parlerà Gianfranco se crede, ma un capitolo che manca nel suo libro è quello dedicato al contribuito che la sua vicinanza a Napolitano ha dato alla distruzione politica di Gianfranco Fini" dice. Cioè? "Fini è stato usato (da Napolitano, ndr) per far nascere il governo Monti e poi non è più servito".

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