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Matteo Renzi ruba gli spota Coca Cola, Nutella e Guinnessper il rush finale delle primarie

Matteo Renzi

Nicoletta Orlandi Posti
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Per convincere gli elettori del Pd che lui è il migliore dei segretari possibili, Matteo Renzi ricorre alla Coca Cola, alla Guinness e alla Nutella. O meglio agli spot dei tre prodotti che spiegano al meglio, secondo lui, il Renzi pensiero. E così da qui al 6 dicembre il candidato segretario si farà accompagnare nel tour per le primarie dai tre video da proiettare sui maxischermi delle convention che organizzeranno i suoi. Il primo - come scrive Repubblica - è quello della Coca cola (in cui scorrono immagini riprese in vari paesi del mondo in una stessa giornata, eventi belli che si contrappongono alle cattive notizie amplificate dai media. "Il Pd deve imparare a dare messaggi ottimisti e non sempre negativi, cosa in cui siamo purtroppo specializzati", dice al pubblico. "Non è mica possibile che chi sa comunicare bene venga accusato di intelligenza con il nemico", fa notare Renzi polemico. "C'è bisogno di un sogno, di qualcosa in cui sperare, di un futuro in cui credere". Il secondo è quello della Guinness: una partita di basket in cui tutti giocano sulla sedia a rotelle ma alla fine si scopre che solo uno degli atleti è realmente costretto a muoversi sulla carrozzina. "Basta con le divisioni e le lotte interne", dice Renzi. "Nel mio Pd tutti staranno allo stesso livello, senza farsi la guerra. E la prima corrente da rottamare sarà proprio quella dei renziani". Per il terzo il sindaco ha scelto la Nutella. "Il partito che faremo, se vincerò io, dovrà chiamare per nome le persone. Voi non siete consumatori, utenti o gente. Voi siete voi, uomini e donne con un'identità", dice rivolto alla platea. “Il Pd deve chiamare per nome le persone che ne fanno parte, come singoli pezzi di una comunità e non come se il partito fosse composto da una società anonima". Tra i video proposti da Renzi nel rush finale delle primarie c'è anche quello dei Simpson in cui dentro una classe di ragazzini si legge su un cartello: "QUesta scuola è più corrotta del Parlmento italiano", c'è quello di Cetto Laqualunque che porta in gita un gruppo di anziani per farsi votare, c'è un Beppe Grillo che spiega come i suoi parlamentari non siano ancora "riusciti a fare niente" e c'è pure un caso, pescato da una serie tv americana in cui una piccola azienda fotografica chiude perché non ha capito che stava arrivando l'era digitale. L'appuntamento di ieri a Firenze Renzi l'ha chiuso però con uno pezzo tra Roberto Benigni e Carlo Monni in "Berlinguer ti voglio bene". Far scattare l'applauso è stato facile.

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