Euro, Aldo Cazzullo e il clamoroso schiaffo sul Corriere: "Poco da festeggiare, chi ci ha guadagnato"
"Non c'è molto da festeggiare nel compleanno dell'euro". A dirlo, anzi a scriverlo è Aldo Cazzullo, che così risponde alla lettera di un lettore del Corriere della Sera sui 20 anni della moneta unica. La posizione del solitamente moderato vicedirettore del Corsera è clamorosamente dura. Clamorosamente perché l'ha scritta Cazzullo, ma soprattutto perché l'ha pubblicata il quotidiano che insieme a Repubblica è forse il più euro-entusiasta d'Italia. Leggi anche: Quello "strano scambio"; così la Germania ci ha fregato sull'euro "La moneta unica fu la condizione che François Mitterrand impose a Helmut Kohl in cambio del via libera alla riunificazione tedesca". Un patto tra Francia e Germania che ha trascinato (nel baratro) il resto del Continente, dunque. "Il presidente socialista, costretto da anni a rincorrere il marco, pensò che così il franco - e la stessa Francia - sarebbe stato al riparo dalle tempeste finanziarie". Cazzullo ricorda di aver passato la notte tra il 20 e il 21 settembre 1992 a casa dell'allora leader del Front national Jean-Marie Le Pen: "Previde che per l'Europa sarebbe stato l'inizio della fine. Sbagliava; ma non di molto". La stabilità assicurata dall'euro, infatti, si trasformò nel guadagno della sola Germania e nel disastro dell'Italia. "La moneta unica ha fatto crollare i due pilastri su cui si era retto negli ultimi decenni il nostro (poco virtuoso) sistema di sviluppo: una moneta debole, che facilitava le esportazioni; e una spesa pubblica fuori controllo, con cui i partiti di governo compravano il consenso, spesso incoraggiati dall'opposizione comunista".