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Giordano racconta la sua verità sull'addio di Sottile a Mediaset

Mario Giordano e Salvo Sottile

Il neo-direttore di Videonews: "Spero che ora non faccia il martire anti-berlusconiano"

Andrea Tempestini
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Mario Giordano, televisionario con un'insolente capacità di scrittura, nella silenziosa Rivoluzione dei Gelsomini del nuovo corso nell'informazione Mediaset, è appena stato appena nominato direttore di Videonews. Ora, sulla suddetta nomina due sono le scuole di pensiero.  Caro direttore, la prima scuola è che Piersilvio B., puntando sull'approfondimento ha affidato un grande potere a un cavallo di razza. La seconda è che, essendo la tua creatura TgCom24 un po' troppo indipendente, togliendoti il giocattolino ti avrebbero depotenziato. Qual è la verità? «Quella del discorso di Piersilivio Berlusconi sulle strategie aziendali: puntare  sull'autoprodotto e in particolare sull'autoprodotto delle news. In quest'ottica Videonews è strategica; lo sento come una grande responsabilità. Dopodiché sono grato a Piersilvio e a Fedele Confalonieri di avermi fatto lavorare ad un sistema di all news completo e competitivo, il primo multipiattaforma in Italia, che i colleghi – Banfi e Ragusa - stanno portando avanti. Rivendico con orgoglio i risultati di TgCom 24 e la sua indiscutibile imparzialità e polifonia». (Giordano è conficcato dietro la scrivania aeroportuale che s'affaccia sulla tangenziale di Cologno. Sorride a tratti. Scruta le lancette dell'orologio che l'avvicinano pericolosamente a un appuntamento con Piersilvio. È qui, come al solito, dalle 7 del mattino, ha già fatto tre riunioni. L'unica forma di nutrimento è un biscottino pietroso che sbriciola nel caffè. Intravedo un luccichio da un angolo, forse di una brandina). Quindi i colleghi di TgCom24 e dell'Agenzia che hanno scioperato per il tuo addio, hanno inteso male... «Lo sciopero è un diritto legittimo, ma i motivi erano diversi. Certo, di fronte a ogni cambiamento possono nascere dubbi, ma ora i piani editoriali dei nuovi direttori sono stati accettati. E ripeto: mai come in questo momento le news sono centrali. C'è bisogno del gioco di squadra». Gli obiettivi della tua Videonews? «La macchina messa su da Claudio Brachino ha dato grandi risultati. L'obiettivo è riconfermarli, e non è facile. Saranno riconfermati i suoi gruppi di lavoro e questa modalità di lavoro. Poi partiremo coi programmi nuovi». Parliamo di Salvo Sottile. «Ecco, lo sapevo...». Sottile se n'è andato sbattendo la porta il giorno stesso della presentazione dei vostri palinsesti. E ha rivelato che, date le sue richieste disattese per fare Matrix, tu l'avresti minacciato di togliergli anche Quarto grado. È vero? «Sottile è sempre stato un buon cronista, ma quest'ultima cronaca l'ha sbagliata in pieno, è falsa. Nessuno ha mai messo in dubbio la sua conduzione di Quarto grado. Lo dimostra che avevo già il promo girato pronto per la messa in onda». Però è vero che voleva fare politica e voi non lo ritenevate adatto? «Voleva fare un sacco di cose. Salvo la sta buttando in politica, ma mi sembra una tassa da pagare per entrare a La7...». Ma pare che anche a La7 farà la cronaca... «Non lo so di cosa si occuperà, ma forse sta cercando di accreditarsi... Mi auguro solo di non vedere Salvo Sottile tra i martiri tardivi del berlusconismo. D'altronde se parliamo di politica , entra nella mia squadra Telese, uno dei fondatori del Fatto. E questo dice tutto». Enrico Mentana Sottile l'ha difeso. Ha detto: «Se Sottile dovesse arrivare, direi che semmai ci siamo rafforzati...». «Questo modo di ragionare mi sembra un po' piccino. È una piccolezza - sia detto senza ironia - mettere i conduttori sul bilancino. Non siamo al supermercato con i fustini del Dash. Io sono contento per i colleghi anche competitor che partono con nuovi programmi come Nicola Porro su Raidue. D'altronde l'ultima volta che ho visto Enrico era in una foto: correva dietro a Della Valle...». Però saltato Sottile, vi siete presi subito Gianluigi Nuzzi, giusto in tempo per presentarlo alla stampa. Non aveste rimediato, la figura di palta sarebbe stata terribile. «Ci piaceva molto Nuzzi. In poche ore Mediaset l'ha ingaggiato. Nuzzi si aggiunge a una grande squadra...» Di cui fa parte Paolo Del Debbio, che fa un genere political-pop con ottimi ascolti. L'anchorman giusto l'avevate in casa... «Sono d'accordo. Paolo è un pilastro della prima  serata di Rete4 e fa una striscia quotidiana: la sua cifra stilistica, orientata al rapporto con le piazze, è una ricchezza grandissima per noi. I nuovi innesti (Telese e Nuzzi) entrano in una squadra di numeri uno, e non solo giornalisticamente. Barbara D'Urso, come anche Federica Panicucci, vengono dallo spettacolo mentre Silvia Toffanin sa fare come nessuno in Italia il giornalismo glamour. Eppoi tornerà Lucignolo 2.0. Dieci anni fa innovò il linguaggio tv. È un'eredità difficile da raccogliere: sono cambiati i  tempi ma i giovani di adesso sono ancora lì aspettano che qualcuno li racconti». Scusa la domanda personale. Ma tu hai 4 figli. Riesci a vedere la tua famiglia? «Raramente la mia famiglia, ma ho una moglie che capisce e mi aiuta a stare dietro a ciascun figlio a seconda delle singole necessità. Con indicazioni precise cerco di riservare per ognuno di loro singoli momenti. Mia moglie è  il mio caporedattore centrale, anzi vicedirettore di macchina (fondamentale nel gruppo di lavoro di famiglia). Anzi, è il vero direttore-ombra». Si dice che hai dato troppo spazio a Grillo. «Grillo era un fenomeno mediatico come lo è stato Renzi. E i fenomeni mediatici vanno raccontati». Tu parli con Berlusconi? Silvio, intendo. «Raramente. Certo, se lo chiami risponde. È capitato. Ma mai ho avuto pressioni, se questo intendi. L'unica che sento è quella di far partire questa macchina». Cairo, da La7, fa campagna acquisti. «Su Cairo spero che mi compri un centravanti forte per il mio Torino, per vederlo dalla parte sinistra della classifica». di Francesco Specchia

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