Il ritratto tra lobby e parenti: lui è l'uomo qualsiasi della politica

Vice di Bersani, sottosegretario di Prodi, ministro di Amato e D’Alema: storia di un benedetto dal potere
di Andrea Tempestinidomenica 28 aprile 2013
Enrico Letta

Enrico Letta

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di Francesco Borgonovo In un inedito impeto aforistico, un giorno Enrico Letta ha sentenziato: «La politica è come il Subbuteo. Chi ha la mano pesante perde». Quella per il gioco di calcio da tavolo è una fissazione del presidente del Consiglio fresco di nomina, che  - in momenti meno luminosi della sua carriera - si produceva via Twitter in dotte dissertazioni sulla materia: «Non si imbarca il Subbuteo sul compensato se lo si tiene al chiuso e orizzantale», scriveva, chiedendo poi ai suoi appassionati amici: «Ma voi avete mai bagnato il campo con l’acqua per simulare le partite sotto la pioggia con pozzanghere?».  Tanto ama il Subbuteo, Letta, che nel 2005 - all’inaugurazione della sua kermesse trentina VeDrò dedicata ai trenta-quarantenni impegnati in politica - volle a tutti i costi allestire un tavolo per giocare. In fondo, gli andava meglio sulla moquette verde che sull’erba. Sempre a VeDrò, nel 2007, durante una vera partita di pallone si infortunò a un ginocchio. (...) Su Libero di giovedì 25 aprile, Francesco Borgonovo tratteggia il ritratto di Enrico Letta, il premier incaricato. Tra lobby e parenti, è l'uomo qualsiasi della politica. Vice di Bersani, sottosegretario di Prodi, ministro di Amato e D'Alema: ecco la storia di un benedetto dal potere. Leggi il ritratto di Francesco Borgonovo su Libero di giovedì 25 aprile