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Elezioni, Travaglio a Nanni: "Come fai a credere ancora nel Pd?"

Travaglio e Moretti

Nell'editoriale di ieri, il vice-direttore de Il Fatto accusa Moretti di incoerenza

Sebastiano Solano
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  Botte da orbi, ad elezioni in corso, nella sinistra giusitizialista. Dopo l'epurazione, dal suo personale paradiso delle vergini, di Corradino Mineo, reo di essersi presentato accanto all'impresentabile Vladimiro Crisafulli in un comizio, la mannaia di Marco Travaglio colpisce Nanni moretti.  Nell'editoriale di domenica 24 febbraio su Il Fatto quotidiano, mister manetta mette in riga il regista, emblema della sinistra radical-chic, "colpevole" di aver sostenuto pubblicamente il candidato premier del Pd, Pierluigi Bersani. Travaglio intima al leader della coalizione 'Bene Comune': "Stavolta fatela la legge sul conflitto d'interesssi".  Dal non vinceremo mai al votate Pd - Ma come - chiede la penna antiberlusconiana al regista de Il Caimano - proprio tu che 10 anni fa sei salito sul palco dei dissidenti di sinistra guidati da Nando dalla Chiesa, attorniato da vari Fassino, D'Alema, Rutelli, Veltroni e Bindi, tu che hai accusato pubblicamente di 'timidezza', di 'debolezza' dell'opposizione, oggi voti Bersani? Lo sfogo al vetriolo si conclude così, in modo quasi liberatorio: "Con questa classe dirigente non vinceremo mai". Travaglio ribadisce il concetto: proprio tu, caro Nainno Moretti, ora chiedi agli stessi elettori di allora, invecchiati di 10 anni in cui hanno accettato "porcate come l'indulto", di fare la legge sul conflitto di interessi? E' bene ricordare che il vicedirettore del Fatto,  nei giorni scorsi, ha rivelato le sue intenzioni di voto: Beppe Grillo al Senato e Antonio Ingoria alla Camera. L'incubo ricorrente - Nanni Moretti, a lungo silente dopo il fallimento dei cosiddetti "girotondi", ha più volte  dichiarato, nel corso degli ultimi anni, di volersi tenersi fuori da ogni questione politica. Ora ha rotto il suo personale 'silenzio elettorale'. Obiettivo, mettere nel mirino il suo incubo di sempre, Silvio Berlusconi, che non è mai veramente uscito dai suoi pensieri. Così motiva, infatti, l'inatteso endorsement pubblico al Pd: "Dobbiamo liberare l'italia da B. perché aggredisce i magistrati". Ragionamento che Travaglio mostra di condividere, ma rispetto al quale va oltre, ovviamente in chiave manettaro-giustizialista: "Giusto, ma l'aggressione del Pd e del Quirinale alla Procura di Palermo per le indagini sulla trattativa dove la mettiamo? E l'ostracismo a Ingroia e Di Pietro perché il Colle non li vuole?. Come dire, sulla via della purezza, c'è sempre qualcuno più puro di te che ti epura.  

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