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Travaglio difende l'amico Ingroia e attacca la Boccassini: "Chiedi scusa ad Antonio"

Dopo la polemica per le parole su falcone e Borsellino, il giornalista de Il Fatto risponde con veleno alla "toga rossa" di Milano. Tutto per dare una mano all'ex pm

Ignazio Stagno
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Marco Travaglio prende la penna e difende l'amico Antonio Ingroia. Travaglio diventa difensore d'ufficio della toga. Sul banco degli imputati del Fatto Quotidiano c'è un'altra toga, Ilda Boccassini. Dopo le polemiche per le parole di Ingroia su Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, "Marco Manetta" pretende le scuse della "rossa". Insomma Ingroia non ha detto nulla di male e la Boccassini, per Travaglio ha sbagliato tutto. Con un editoriale di fuoco, Travaglio azzarda paragoni impossibili. "Falcone si avvicinò alla politica e di parecchio andando a lavorare al ministero di Grazia e Giustizia retto da Martelli, nel governo Andreotti, fu bersagliato da feroci attacchi, anche da parte dei colleghi, molto simili a quelli che hanno investito l'Ingroia politico. La Boccassini dovrebbe scusarsi con lui per gli insulti, oltre a interferire con la campagna elettorale, si fondano su un dato falso", scrive il professor Travaglio. Si scorda due cose importanti. La prima: Falcone non ha mai fondato un movimento politico, e non si è mai candidato premier. La seconda: Falcone, è vero andò a lavorare nel 1992 per il ministero, ma rivestiva una carica espressamente prevista per magistrati. L'incarico di Falcone negli anni diventerà quello di Procuratore Nazionale Antimafia. Lo stesso Falcone, in una puntata del Maurizio Costanzo Show, si difese  dagli attacchi dei "colleghi", spiegando esattamente cosa stesse facendo a Roma. I due paragoni non reggono. Il nome di Giovanni Falcone non è mai comparso su una lista elettorale. Travaglio questo lo sa. Ma difendere gli "amici" è un dovere per Marco. La Boccassini di cosa dovrebbe scusarsi?

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