Parla la sorella: "La Minetti sbatteva le tette in faccia al Cav"
Il racconto in aula della sorella di una delle ragazze ospiti di Silvio Berlusconi: "Dopo la cena di Arcore, mia sorella non mangiava più e passava tutta la giornata a letto. Era sotto choc"
"Dopo la cena di Arcore, mia sorella non mangiava più e passava tutta la giornata a letto. Era sotto choc". Queste le parole della sorella di Chiara Danese, ragazza costituitasi parte civile nel processo a carico di Nicole Minetti, Emilio Fede e Lele Mora. La donna ricostruisce in aula lo stato d'animo della giovane in seguito alla cena organizzata da Silvio Berlusconi a cui prese parte la sera del 22 agosto 2010. Il racconto - "Quando mia sorella iniziava a raccontare di quella sera non smetteva mai di piangere, mi disse che era rimasta sconvolta da come le ragazze si comportavano con Berlusconi. Si strusciavano addosso a lui, si facevano toccare e per lei non era accettabile una cosa del genere. Quando partì l'inno del Pdl lei e Ambra Battilana non cantavano assieme alle altre e mi disse che Fede la spingeva ad alzare le mani e a cantare insieme alle altre 'meno male che Silvio c'e'". La sorella di Chiara ha poi confermato il racconto sulla statuetta di Priapo raccontando: "Mia sorella mi disse che mentre Berlusconi raccontava una barzelletta sporca entrò un cameriere con un vassoio e sollevato il coperchio spuntò una statua che aveva un grande fallo e le ragazze mimarono dei rapporti orali". Successivamente, la sorella della Danese ha ripetuto il racconto sugli spogliarelli delle giovani presenti alla cena, e sulla Minetti ha aggiunto: "Mia sorella mi disse che la Minetti restò completamente nuda e mise i seni in faccia al premier". La donna racconta che Chiara si sentì male, chiese una camomilla e dopo un pò assieme ad Ambra andò da Fede per chiedere se potevano andare via. A quel punto la risposta dell'ex direttore del Tg4: "Fede disse a mia sorella 'Se andate via scordatevi meteorine e miss Italià". La sorella di Chiara riferisce che la giovane ha avuto bisogno di uno psicologo e numerosi mesi di cura per riprendersi.