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Berlusconi buttò 700mila euro per la Melchiorre e Tannoni

L'assegnone è stato girato dal Pdl ai Liberal Democratici per il Rinnovamento per l'impegno a sostegno degli azzurri "orfani" di Fini

Matteo Legnani
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di Chris Bonface La cifra è consistente: 700mila euro. Una somma con cui si fanno quasi quattro corse da candidati alle elezioni primarie (il tetto di spesa in quelle del Pd era appunto di 200mila euro). L'assegnone è stato girato il primo agosto scorso dal Popolo della Libertà ai Liberal Democratici per il Rinnovamento, movimentino politico guidato da Italo Tannoni e Daniela Melchiorre. Le ragioni di questo finanziamento sono francamente incomprensibili, eppure quei soldi sono nero su bianco fra le entrate “private” dei partiti censiti secondo la legge sul finanziamento pubblico, con tanto di ricevuta depositata alla tesoreria congiunta del Parlamento, a palazzo San Macuto. Che rapporti hanno Tannoni e la Melchiorre con il Pdl? Oggi quasi zero. Nel passato i due, provenienti dal movimento di Lamberto Dini, hanno ondeggiato più volte fra l'una e l'altra sponda del Parlamento. Per qualche attimo sono sembrati unirsi al gruppone dei responsabili che tennero in piedi il governo di Silvio Berlusconi dopo l'abbandono di Gianfranco Fini. Poi per mesi hanno oscillato. Ma quel poco di impegno che hanno messo, evidentemente deve essere stato prezioso. Il più prezioso di tutti. Perché anche altri hanno ricevuto dal primo gennaio ad oggi finanziamenti dal Pdl. Ma nessuno in modo così generoso.  Briciole a Scilipoti - Al Movimento di responsabilità nazionale di Domenico Scilipoti sono andati ad esempio 49mila euro. Briciole e poco più all'uomo che si è immolato per tenere su il governo di Silvio. Soldi che per altro secondo la dichiarazione congiunta presentata alle Camere sono serviti a pagare la «stampa e l'affissione di manifesti» per il solo congresso celebrato da Scilipoti. Altri 150mila euro sono stati erogati dal Pdl in due tranche per un altro misterioso movimento: Italiani per la libertà. Quando i primi hanno visto lo stanziamento, è nato l'equivoco: non pochi hanno pensato che quello fosse il nuovo nome dato da Berlusconi al suo partito, e i 150mila euro la prima provvista portata via alla chetichella. Si sbagliavano: il movimento non è nato ieri, e ha un suo leader: Esteban Caselli, senatore argentino che si è presentato nella lista degli italiani all'estero proprio dentro il Pdl. Intercettato da qualche procura Berlusconi lo ha definito «pericolosissimo», e poi chissà perché ha autorizzato l'erogazione di quei 150mila euro. Sempre che l'abbia deciso lui. Perché in casa Pdl chi faccia che cosa con i soldi del partito è ormai un mistero. Alla tesoreria del Parlamento è arrivata perfino la dichiarazione di un finanziamento per Angelino Alfano. Somma decisamente ridotta: 61.539,39 euro dichiarati il 30 marzo 2012 dal Pdl come controvalore per «servizi gratuiti per attività politica e di comunicazione».  I conti di Angelino - Ma Alfano non era il segretario del Pdl? Ed è così strano che le strutture del partito si mettessero a disposizione del proprio segretario per fare attività politica che a lui non costasse? Non è mai accaduto che un partito dichiarasse come finanziamento a un politico il lavoro e le strutture messe a disposizione del proprio segretario. Mai né nella prima né nella seconda Repubblica. Un primato, e chissà perché il Pdl si è sentito in dovere di giustificare al centesimo quel che ha speso per il proprio segretario: un decimo di quanto è stato versato alla Melchiorre. Nella lista dei finanziamenti privati ai partiti dal primo gennaio 2012 ad oggi c'è un grande assente: i veri privati. Una sola azienda (ce ne è un'altra, ma è dello stesso politico che si autofinanzia, Vito Bonsignore) ha dichiarato di dare i soldi a un politico. È la Logistica integrata Two srl di Roma. Che ha concesso 310mila euro di finanziamento da restituire entro due anni a Ignazio Abrignani, colonnello di Claudio Scajola. I motivi? Misteriosi: non se ne fa cenno nella delibera depositata. 

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