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Attacca Anna Finocchiaro ma scrive Angela: una strategia per evitar querele?

Angela e Anna FInocchiaro

Il direttore de "Il Giornale" contro la casta, ma cade in errore. O si tratta di una strategia studiata a tavolino?

Andrea Tempestini
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  Nell'editoriale che ha seguito l'approvazione con voto segreto dell'emendamento che conferma il carcere per i giornalisti, Alessandro Sallusti - direttore de Il Giornale che ora rischia più che mai di finire in galera - si è scagliato contro la casta: "Fate ridere". Quindi l'anatema: "Io finirò in carcere, mi consolerà guardandovi sparire". Nel mirino del direttore la Lega Nord che ha spinto per il provvedimento (che però "in fondo è stata la più onesta: ha dichiarato le sue intenzioni"), poi Rutelli, ma soprattutto Pd e Pdl che, scrive Sallusti, "con la benedizione dei loro capi (Angela Finocchiaro e Maurizio Gasparri) si sono trincerati dietro l'anonimato per vendicarsi dei giornalisti che più e più volte li hanno presi con le mani nella marmellata e a volte nella merda". No, l'errore non è nostro: Sallusti ha scritto Angela Finocchiaro, e non Anna. Per inciso, Angela Finocchiaro esiste: è la celebre attrice comica che ha preso parte a decine di film e che recentemente si è distinta nei successi di Benvenuti al Sud e Benvenuti al Nord. Sorge un legittimo sospetto: Sallusti attacca Anna ma scrive Angela. Non è che avrà sbagliato il nome di proposito per evitare altre querele?  

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