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La Polverini non schiodaIl Tar le impone le elezioni, lei ricorre al Consiglio di Stato

Aut aut del tribunale amministrativo al governatore dimissionario: al voto entro l'anno o interviene il Viminale

Nicoletta Orlandi Posti
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Il Tar del Lazio è stato chiaro: l'agonia della Regione Lazio deve finire entro l'anno e Renata Polverini dovrà mollare la poltrona da governatore che continua ad occupare nonostante abbia dato le dimissioni. Ha cinque giorni di tempo l'ex governatrice per decidere la data delle nuove elezioni regionali, altrimenti interverrà il Viminale. Ma l'ex sindacalista non ci pensa proprio. Non vuole schiodare e invece di attenersi alla sentenza del Tribunale amministrativo, chiamato in causa dal Movimento Difesa del Cittadino, che le ha imposto ieri di andare al voto entro 90 giorni dallo scioglimento del Consiglio, cioè entro il 28 dicembre, ricorre al Consiglio di Stato. La Polverini insiste sulla sua linea, ovvero election day regionale e taglio dei consiglieri da 70 a 50. "Devo rispettare lo Statuto della mia Regione", spiega. Per il Tar, comunque, sia il riordino delle province sia "la mancata riduzione dei consiglieri" non sono motivi validi per ritardare le urne. Ecco perchè ora, per i magistrati, Polverini deve fissare la data "entro il più breve termine tecnicamente compatibile". I 45 giorni di campagna elettorale sono intoccabili e se l'ex governatore non si esprimesse entro questa settimana, il ministro dell'Interno Annamaria Cancellieri (o un suo delegato) nominata commissario e si andrebbe a votare con il cotechino e le lenticchie sullo stomaco.

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