Cerca
Cerca
+

La fedelissima di Di Pietro che colleziona inchiesta. Tonino che dice?

Marylin Fusco

La Fusco, già indagata per il porto di Ospedaletti, nel mirino anche per l'alluvione ligure: "Favorì un imprenditore per la ricostruzione"

Andrea Tempestini
  • a
  • a
  • a

  di Tobia De Stefano Sul suo profilo Twitter (peraltro aggiornato a tre anni fa) si legge: «Ho 36 anni, sono laureata in giurisprudenza e candidata alle elezioni europee. Sto lavorando per una nuova politica».  Beh, da allora Marylin Fusco, che nel suo pedigree vanta anche la carica di coordinatrice delle donne dell'Idv, di strada ne ha fatta. Da Bruxelles le sue mire si sono spostate su Genova e poi sulla Regione Liguria, vicepresidente e assessore all'Urbanistica, e nel frattempo si è sposata (siamo nel settembre del 2011)  con Giovanni Paladini, deputato e plenipotenziario dell'Italia dei Valori in quelle terre. Ascesa talmente rapida da destare l'interesse della magistratura che ha voluto farsi un'idea più chiara su cosa intendesse la nostra quando scriveva sul suo profilo, prettamente in inglese, «I'm working for a new politic!». Ma di nuovo i giudici ci hanno trovato ben poco. La Fusco, infatti, pochi giorni fa è stata indagata per abuso d'ufficio e violazione delle norme in materia di tutela ambientale nell'inchiesta per la costruzione (a oggi bloccata) di un porticciolo di circa 330 posti barca a Ospedaletti, provincia di Imperia. E ha fatto appena in tempo a dimettersi dalle sue cariche in Regione (dalla giunta, non dal Consiglio) che l'è arriva un'altra tegola. Ben più pesante della prima. Innanzitutto per l'oggetto: riguarda l'assegnazione degli appalti del post-alluvione ligure del novembre 2011. E poi perché le indagini che partono dalla Procura di Pistoia tirano in ballo anche il marito, tanto da far prospettare una sorta di sistema Idv.  Secondo gli inquirenti, infatti, la Fusco (che è stata pedinata e intercettata) avrebbe favorito un imprenditore toscano, Giordano Rosi, nella gara gestita e assegnata dalla sua Regione per costruire un ponte ad Ameglia (La Spezia): assegnazione poi stoppata dalla stessa amministrazione. Valore: cinque milioni di euro. In sostanza, avrebbe fornito informazioni riservate all'uomo d'affari e lavorato per metterlo in contatto con l'assessore ligure alle infrastrutture Raffaella Paita.  Nell'intercettazione chiave rivelata dal Secolo XIX (risale al febbraio 2012), l'ex responsabile all'Urbanistica chiede all'imprenditore «di parlare di persona», perché «non mi va adesso di parlare di certe situazioni al telefono». «Allora, ne parlo con Giovanni...» (il riferimento chiaro è a Paladini), le risponde Rosi. E secondo le ricostruzioni degli investigatori gli incontri con il costruttore, che in seguito si sarebbe aggiudicato l'affare, si sarebbero svolti nel domicilio genovese della Fusco e del Paladini, e poi a Pistoia. Non solo. «Tra i due (Rosi e la Fusco) - scrive la polizia - sussiste un elevato rapporto di confidenza» che si concretizza il 10 di aprile in una sorta di cena di famiglia sempre in Toscana. Tanto basta per tirare le fila: l'allora assessore avrebbe avuto  un rapporto piuttosto stretto e fornito notizie riservate a un privato (peraltro arrestato a giugno per una storia di mazzette)  in corsa per una gara bandita dalla Regione Liguria. Così gli inquirenti. Ma, magistratura a parte, resta da capire cosa ne pensa Antonio Di Pietro che dopo il caso Maruccio in Lazio si trova a gestire un'altra puntata della saga giudiziaria dell'Idv.  

Dai blog