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Fini ha dato soldi pure ad Andrea Pezzi

Altro che spending review: il bilancio dei primi 6 mesi della Camera è un pozzo senza fondo

Lucia Esposito
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  Più che Montecitorio un vaso di Pandora delle spese che non conosce, a giudicare dal dettaglio contabile, crisi. Il bilancio del primo semestre della Camera dei deputati non sembra risentire della politica di risparmio adottata da tempo dalle famiglie italiane. Partiamo dal fondo: in 6 mesi sono stati spesi la bellezza di 105 milioni per tenere aperta la Camera. E non si tratta di stipendi e contributi per dipendenti o onorevoli. Sono le spese vive per tenere aperto Montecitorio e farlo funzionare dignitosamente. Considerando che nel 2011 il costo certificato per Montecitorio è stato pari a 1.815.182.025 (e 16 centesimi), salta all'occhio come si spendem e spande. E non passano inosservati gli oltre 600mila euro che l'ufficio stampa di Montecitorio mette a bilancio (per 6 mesi), pur potendo contare su una struttura di tutto rispetto. Il sito ilportaborse.com (blog gestito nell'anonimato da collaboratori e aiutanti di onorevoli e senatori), ha attirato l'attenzione sui 44.770 euro spesi per pagare la Ovo Italia srl. Una società fondata da Andrea Pezzi, conduttore televisivo e imprenditore, che ha lo scopo di creare «l'enciclopedia dei videoclip in Rete». In sostanza sul sito Ovo.com  «ci sono 650 mini-documentari su fatti storici, personaggi, imprenditori, miti, ballerini e c'è anche una sezione dedicata ai politici». E la Camera per 44.700 euro ha acquistato «la licenza broadcasting della library di contenuti video di Ovo per un numero di passaggi illimitati sul canale satellitare della Camera, da trasmettere all'interno del loro palinsesto a piacimento», spiega il blog dei portaborse fantasma, che conclude sarcastico: «Così Gianfranco, invece di guardare i filmati sul web, li potrà vedere direttamente sulla tv di Montecitorio». Stranezze e valutazioni sull'opportunità di spesa, c'è da notare che Montecitorio non si fa mancare proprio nulla: né il ciambellone di Gargani (170 euro), né le bistecchine della premiata macelleria Babusci Bruno (8.725 euro). Forse il medico di turno (spese di presidio 1.217.753 euro) dovrebbe consigliare di stare attenti ai dolciumi. Dagli eredi Giolitti sono stati spesi 4.855 euro in gelati. Dal cioccolataio dei Vip, Venchi, 2.235 euro, altri 16.416 euro sono stati messi a bilancio per le delizie di Antonini, 3.921 per i prodotti della Nestlè, 2.719 per le delizie milanesi di Baratti e ben 2.066 euro per le prelibatezze del Forno Roscioli. Ai non romani questi nomi diranno poco, però i gourmet li conoscono bene. Proprio ieri l'Ufficio di presidenza della Camera ha ratificato il taglio di 50 milioni l'anno alla propria dotazione finanziaria, di cui 13,2 a carico dei dipendenti. Ma i dolciumi non si toccano...  

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