Vittorio Feltri e l'amara verità: "Dei buchi me ne frego, soprattutto se neri. Cosa conta davvero"
Oddio che esultanza, l' umanità ha fotografato il buco nero nello spazio, e i giornali e le tv celebrano l' eccezionale evento dedicandogli pagine e pagine e discorsi dotti ancorché incomprensibili. Io non sono un astrofisico e le mie riflessioni non possono essere scientifiche, però leggo stralunato, per rimanere nel cosmo, dissertazioni fumose. Alla fine concludo che a me dei buchi non me ne frega nulla, specialmente se neri, non so che farmene, ignoro a che servano. Nessuno ce lo ha chiarito. Gli scribi si sono lanciati in spiegazioni fantasmagoriche, tuttavia non uno di essi ci ha rivelato l' utilità della individuazione del foro oscuro. D' accordo, abbiamo avuto la conferma che Einstein era più intelligente di noi, però lo sapevamo già e non c' era bisogno di un pertugio per verificarlo. Tra l' altro apprendo che il citato pertugio si colloca a 50 milioni di anni luce dalla disgraziata Terra, per cui mi domando quando mai avremo l' opportunità di raggiungerlo per curiosare al suo interno. E quand' anche fosse agevole affacciarsi in tempi più ragionevoli sulla voragine non penso che metteremmo le mani su un tesoro tale da modificare la nostra mediocre esistenza. Un motivo in più per fottersene di questa pubblicizzata scoperta manco fosse quella dell' America. Prendiamo un titolo del Corriere della Sera di ieri, pagina 2: "Abbiamo visto l' invisibile". Scusate cari colleghi: ma come cacchio si fa a vedere l' invisibile? Vi rendete conto che si tratta di una idiozia macroscopica degna di un intervento degli psichiatri, i quali se non altro hanno la prerogativa di tenere i piedi ben saldi al suolo? Ribadisco, non comprendo tanto entusiasmo per una foto che non svela niente di nuovo tranne una cavità in cielo. Con tutti i buchi che abbiamo nei nostri bilanci statali ci esaltiamo per l' orifizio misterioso. Non ha senso. Cominciamo a otturare i buchi rossi provocati dal malgoverno, poi eventualmente ci occuperemo di quelli foschi nel creato. Se poi poniamo mente alle buche di Roma ci passa la voglia di prestare attenzione alle asperità celesti. Per concludere, diteci perché dovremmo essere contenti o furibondi dato che l' universo è simile a un misterioso gruviera? di Vittorio Feltri