Così Google rivoluzionerà la musica su Youtube: addio cd?
Il colosso web starebbe per lanciare un nuovo servizio on demand: abbonandosi si potrà ascoltare, guardare e scaricare musica dal "Tubo" senza limitazioni
Google non si ferma più. Prima gli Youtube Music Awards annunciati in pompa magna l'1 ottobre, quindi le relative nomination diffuse pochi giorni fa. Ora, una serie di indiscrezioni già circolate a marzo che ritornano d'attualità grazie ad un articolo pubblicato dalla rivista Billboard. Il protagonista è ancora Youtube, che entro fine anno potrebbe dar vita a un nuovo servizio on demand, ovviamente diverso da Google Play. Basteranno 10 dollari al mese per riprodurre filmati, brani e/o album interi senza interruzioni pubblicitarie, salvare su tablet o smartphone e poi riascoltare il tutto offline o in mobilità. Sottoscrivendo un abbonamento gratuito, invece, ci si dovrà accontentare dell'ascolto e della visione online, con gli spot pubblicitari e senza nessun download. Gli accordi con i colossi Warner, Sony e Universal? Già siglati, si dice. Tanti rumors, poche certezze. Anche perché dalle parti di Googleplex si limitano a ricordare che sono "sempre al lavoro per migliorare il modo in cui i nostri utenti usufruiscono di Youtube e per aiutare i nostri partner a raggiungere i loro fan. Al momento non abbiamo ancora nulla da annunciare". Intanto, più che lo spettro di Mtv, già evocato con l'annuncio degli Awards di cui sopra senza tenere in considerazione il fatto che sulla storica emittente di musica se ne sente ben poca, stavolta riecheggia con forza quello dei cd. Che resistono nonostante iTunes, Spotify, Deezer, lo stesso Google Play e compagnia cantante. Ma al prossimo giro la musica potrebbe cambiare definitivamente. Per molti, infatti, Youtube rappresenta da tempo il negozio di dischi a portata di clic, ogni giorno più veloce e sorprendente vista la quantità di materiale reperibile (spesso con buona pace dei diritti d'autore). C'è da dire che un servizio ancora più completo e alla portata di tutti potrebbe aprire spiragli importanti per un'industria discografica che zoppica da anni. Così come potrebbe far calare per ovvi motivi di praticità e convenienza il sipario sull'ultimo (e più bistrattato) dei supporti fisici.