Dimitri Vegas & Like Mike, fratelli fenomeno della dance: "Sogniamo di essere i numeri uno, ma i dj esplosivi li avete voi"
Non i dj numero 1 al mondo, ma quasi. Arrivare secondi nella Dj Mag Top 100 per Dimitri Vegas & Like Mike è stata una grande conferma più che una sorpresa, visto che il salto decisivo lo hanno già fatto nel 2013, passando dalla posizione numero 38 alla 6. Risultati che la dicono lunga su una schiera di fan che diventa ogni giorno più importante. Su Facebook, per dire, ne hanno quasi 6 milioni. E anche per chi non segue da vicino la scena EDM non è difficile imbattersi nel loro nome, tra singoli al top (Nova è appena uscito in Italia su Just Entertainment), club e mega eventi, dove i fratelli garantiscono folle scatenate. Come quelle del festival belga Tomorrowland, che dal 2010 li vede protagonisti in patria con performance e inni dai toni muscolari, o del tour mondiale Bringing the World the Madness, in partenza dalla loro Anversa il 19/12 con la data del giorno dopo già sold out. La Top 100 Djs resta la chart più ambita, e di conseguenza pure la più criticata, soprattutto dagli assenti. Che effetto fa essere così in alto? Dimitri: "La sensazione è indescrivibile. Volevamo essere i primi. Tutti i dj vorrebbero esserlo, inutile negarlo. Ma siamo ancora giovani e abbiamo grossi piani per il futuro. Il 2015 sarà il nostro anno, vedrete...". Mike: "Tra l'altro, noi siamo il primo dj duo di sempre nella Top 3. Il nostro è in ogni caso un risultato importante". La classifica è piena di giovani, mentre i veterani, tolte le solite eccezioni come van Buuren, Tiësto o Guetta, sono sempre più lontani dai piani alti. Cosa sta cambiando? D: "Penso che i fan siano alla ricerca di nuovi idoli da affiancare agli artisti da te citati, che comunque restano dei pionieri. Là fuori c'è un pubblico nuovo, che vota per dj diversi tra loro. Puoi scegliere o votare quello che più ti piace e nel farlo hai l'imbarazzo della scelta. La scena odierna è elettrizzante anche per questo". Le malelingue sostengono che molti big dell'EDM arrivino in console con dei set pre-registrati... D: "I dj non sono una band, per cui non suonano musica dal vivo. Noi, comunque, siamo su palco per fare il lavoro che amiamo, per costruire un'atmosfera, per proporre la nostra musica. In console non ho mai visto arrivare nessun dj con un set già pronto. Credo sia una voce messa in giro dal solito gruppo che detesta la scena EDM o un artista in particolare. Purtroppo ciò accade quando un genere musicale diventa molto popolare". Ma arrivare al successo troppo presto è uno stimolo o qualcosa che in fondo può far paura? M: "La tua vita finisce sotto i riflettori, questo potrebbe essere un aspetto negativo. Ma in fondo non siamo Kanye West o una star di Hollywood, la nostra dimensione è più underground rispetto a quella di altri mondi come il cinema o la tv. Quindi sì, noi viviamo il successo come uno stimolo". L'Italia non vi dispiace. Per esempio, lavorate spesso con i Boostedkids... D: "Ci piace molto suonare da voi, la scena italiana sta letteralmente esplodendo. The Bloody Beetroots ha un talento incredibile. Benny Benassi è un artista eccezionale, un vero pioniere. C'è un sacco di storia nel panorama musicale italiano". M: "Per questo abbiamo deciso di supportare i Boostedkids, che stanno facendo un grande lavoro. Siamo contenti che la nostra etichetta Smash The House! rappresenti una vetrina importante per la loro musica". Col party House Of Madness siete riusciti a portare lo spirito di un festival nella terrazza dell'Amnesia di Ibiza, dove il pubblico di solito non perdona chi sbaglia. M: "Abbiamo investito nel livello della produzione, che aveva poco da invidiare a quella di un festival. E siamo riusciti a dare a quel pubblico qualcosa che non aveva mai avuto in passato. La gente lo ha percepito, infatti abbiamo fatto sold out quasi tutte le domeniche". D: "E poi vuoi mettere l'emozione di un party tutto nostro in un locale come questo? L'Amnesia è Ibiza. E' il posto in cui è stata inventata la scena ibizenca così come la conosciamo oggi. La residenza estiva era per entrambi un sogno. Finalmente siamo riusciti a realizzarlo". C'è chi sostiene che Ibiza abbia ceduto alle sirene del business e che negli anni sia diventa molto commerciale. Siete d'accordo? D: "Molte persone hanno a cuore gli investimenti sull'isola, il che è comprensibile. Ma il motore attorno a cui tutto deve ruotare è il cambiamento. E spero che esso sia positivo per l'isola, per chi ci vive, per i turisti. Comunque sono convinto del fatto che Ibiza conserverà per sempre quel suo lato spirituale. Per me e per mio fratello è fondamentale che resti intatto, visto che stiamo cercando di acquistare una casa proprio qui".