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Azimuth e la rivolta di Piero Manzoni

Un libro racconta l'epopea di uno dei più grandi artisti del Novecento e del suo gruppo di "creativi"

Giulio Bucchi
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  Un libro, Manzoni: Azimut, edito dalla Gagosian Gallery di Londra, diretta da un mecenate internazionale, racconta non solo del grande Piero Manzoni, dai più ricordato come quello della "merda d'artista", illustre artista dell'avanguardia del secondo Novecento,ma anche di coloro che con lui hanno condiviso l'esperienza della rivista Azimuth  e della galleria Azimut di Milano, che fecero del capoluogo lombardo, fra la fine degli anni Cinquanta e inizio anni Sessanta, una raccolta  di personaggi, di artisti, di intellettuali e di esperienze artistiche uniche e irripetibili. Piero Manzoni (Soncino 1933 - Milano 1963) può essere tutta l'arte del ventesimo secolo, proprio perché nonostante la breve carriera artistica ha rivoluzionato il concetto stesso di arte. E soprattutto perché il suo fare è andato dall'azzeramento espresso dagli achrome alle anticipazioni concettuali della merda d'artista”. Scandalo o no, resta invece che Piero Manzoni è l'artista italiano più conosciuto all'estero, quello fra i maggiori storicizzati del mondo, e ancora l'iniziatore di un'avventura creativa internazionale quale “Azimut”, rivista e galleria insieme, centrale milanese di idee uniche e rare, creative e infuocate, che macina attraverso una stagione brevissima (dal settembre 1959 con la pubblicazione del primo numero della rivista al luglio 1960 con l'ultima mostra della galleria) quello che sarà il nuovo sistema dell'arte italiano e internazionale. Ecco perché Piero Manzoni esce presto dal panorama provinciale italiano tutto gravitante fra realismo socialista, realismo esistenziale, informale,naturalismo padano,ecc. per disporsi lungo una inedita rete di relazioni indipendenti e internazionali. Rapporto strettissimo, dunque, fra l'artista Piero Manzoni e Azimut, galleria e rivista, dove crebbe la sua esplosiva genialità  innovatrice e dove crebbero artisti  suoi compagni di viaggio come Arturo Vermi, Enrico Castellani e altri; e dove furono ospiti Lucio Fontana, Giò Pomodoro, Mimmo Rotella, Nanni Balestrini, Yves Klein e Kurt Schwitters. Questi vollero l'azzeramento della materia e l'astrazione asettica, ovvero componenti delle ricerche di Azimuth, elementi che sfidarono le regole della Gestalt nella sperimentazione totale degli oggetti estetici. Azimut galleria nel quartiere di Brera a Milano ospitò tredici mostre nell'arco di otto mesi, e ciascuna esposizione era accompagnata da invito-catalogo, esemplare per grafica ideata dagli stessi artisti, e soprattutto da Piero Manzoni insieme al tipografo Antonio Maschera.  E dunque,"Azimuth" rivista e "Azimut" galleria furono la culla di esperienza nuova del clima artistico italiano che fece di Milano e di quel ritrovo del Giamaica Bar in via Brera, la culla e il dibattito di un'arte che sconvolse il mondo intero, e di quel gruppo il cerchio fondante di un network internazionale  fortemente espansivo e catalizzatore, le cui opere sono ormai affidate ai musei più in di tutto il  mondo.  di Carlo Franza  

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