Terreni Expo. La Moratti punta sul comodato; Formigoni scettico
Non si sblocca la matassa con il gruppo Cabassi e la Fondazione Fiera Milano. Podestà (Provincia): "Se il Pirellone ha i soldi per acquistare si muova lui"
Ma quale campagna elettorale? Ma quali giochi di potere per le prossime poltrone della città meneghina? In quel di Milano il tema forte è e resta l'Expo 2015 che, più che una grossa possibilità per la città della Madonnina e per tutta la Lombardia, rischia di trasformarsi in una colossale – e pericolosa – gatta da pelare. Nonostante gli incontri, praticamente ininterrotti, con i proprietari dei terreni (il gruppo Cabassi e Giampiero Cantoni per la Fondazione Fiera Milano) che dovevano portare a una soluzione entro la prima metà di luglio, la matassa riguardante l'acquisizione degli spazi non si vuole proprio sbrogliare. Se le posizioni dei proprietari sembrano essere ferme e risolute, quel che sembra mancare è la comunione d'intenti tra Comune, Provincia e Regione Lombardia: la parola d'ordine che proviene dal Pirellone, infatti, è comprare; Letizia Moratti e Guido Podestà, invece, sono intenzionati a seguire la strada del comodato d'uso. A certificare che le posizioni dalle riunioni dei primi di luglio non si sono affatto sbloccate è stato il presidente della Provincia meneghina Guido Podestà, intervenuto al centro congressi Corridoni all'incontro con i dipendenti in occasione del primo anno di amministrazione. "Se la Regione ha i soldi per comprare le aree Expo o se le fa regalare, faccia pure. Noi risorse non ne abbiamo e la soluzione è quella indicata". Ossia il diritto di superficie. L'unica soluzione che potrebbe finalmente spostare gli equilibri è l'allentamento del Patto di stabilità, un vero laccio emostatico che rischia di mandare in cancrena i piani per l'Expo. "I contributi dei soci di 126 milioni in 5 anni per Expo sono da levare dal patto di stabilità - ha auspicato Podestà -, perchè quello per Expo è un impegno del governo: se un cittadino cinese verrà nel 2015 per Expo non si fermerà solo a Milano ma andrà anche a Roma, Venezia, Napoli. Per questo noi, finché resteranno vincoli di questo tipo, continueremo a privilegiare interventi di altro tipo, come rimuovere l'amianto dalle scuole . Privilegiamo questa posizione rispetto ad altre, anche se sono di persone che ci sono amiche".