Expo al palo. Podestà: "Impossibile acquisire aree con il Patto di Stabilità"
Tiene banco la trattativa con Fondazione Milano e gruppo Cabassi. E si pensa a un trasloco in zona Porto di Mare
Expo in stand by in quel di Milano. Come era ormai apparso chiaro dopo le recenti fumate nere, nemmeno oggi si è arrivati a un'intesa e a una soluzione sulle aree su cui nel 2015 sorgerà l'importante fiera internazionale. Dopo l'incontro tra le parti di martedì scorso che ha visto attorno ad un tavolo il Presidente della Regione Roberto Formigoni, il Commissario straordinario di Expo Letizia Moratti, il presidente della Provincia Guido Podestà e i proprietari dei terreni (vale a dire il gruppo Cabassi e Giampiero Cantoni per la Fondazione Fiera Milano), infatti, il nodo sulle modalità di acquisto o comodato d'uso dei terreni è lungi dall'essere sciolto. Appello Podestà – A chiarire i problemi che attualmente stanno lasciando fermo al palo l'iter progettuale ed economico è il presidente della Provincia di Milano Guido Podestà il quale, a margine di un incontro a Palazzo Isimbardi con alcuni presidenti di provincia italiani, ha affermato come sia impossibile per il suo ente partecipare all'eventuale acquisto dei terreni Expo. "All'inizio ero assolutamente a favore dell'acquisto, nel momento in cui vi fosse stata una leva finanziaria particolarmente forte per cui potevamo pensare a esborsi in là nel tempo. Ma, nella considerazione che tutto ciò che mettiamo in Expo rientra nel Patto di stabilità, per noi è veramente impensabile poter partecipare in modo proprio. Quindi o si modifica il Patto di Stabilità stralciando l'Expo oppure per noi la missione è fuori dalle nostre possibilità". Ma Podestà non si ferma qui, anzi, rilancia e chiede al Governo di partecipare attivamente. "L'Expo non è qualcosa che riguarda Milano, la sua Provincia o la Regione Lombardia; riguarda tutto il Paese. C'è un accordo preso dall'allora governo Prodi, riconfermato dal governo Berlusconi. Chi viene in Italia a vedere Expo non è che si ferma qui a Milano, andrà a vedersi Firenze, Roma, Napoli, Roma, Catania. E' impensabile che siamo solo noi a doverci far carico di questo, oltretutto con i vincoli che il Patto di stabilità impone". Intanto il tempo scorre inesorabile, tanto da costringere il tavolo di lavoro a ipotizzare nuove soluzioni. Se la situazione con Fondazione Fiera Milano e con il gruppo Cabassi non dovesse risolversi, infatti, sta prendendo quota il piano di riserva: traslocare il progetto in tutt'altra zona, vale a dire a Porto di Mare. L'area, già di proprietà del Comune di Milano, ha le dimensioni doppie rispetto a quella di Rho-Pero. Tuttavia quest'ipotesi ha un grosso problema: infatti per il Bie sarebbe vietato modificare il Dossier di registrazione dell'Expo, presentato lo scorso mese di aprile. Tra poco, comunque, sulla vicenda si avranno anche le dichiarazioni del primo cittadino di Milano, Letizia Moratti.