Milano, 100mila euro per sistemare gli allacci abusivi dei rom

Il Comune di Milano costretto a intervenire per le continue manomissioni agli impianti elettrici: ecco il conto che pagano i cittadini
di Massimo Sanvitodomenica 20 aprile 2025
Milano, 100mila euro per sistemare gli allacci abusivi dei rom
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Sul piatto ci sono oltre centomila euro freschi freschi. Il Comune di Milano, tra i più rom friendly d’Italia, li ha stanziati per rifare gli impianti elettrici del Villaggio delle Rose, ovvero il campo nomadi di Chiesa Rossa, il più grande (250 circa i residenti) e problematico della città. Troppi gli allacci abusivi e le manomissioni alla cabina che fornisce la luce – praticamente gratis, visto che quasi nessuna famiglia è in regola coi pagamenti delle utenze – all’insediamento: un pericolo, sia per i residenti sia per i tecnici spesso costretti a intervenire, esposti «a un elevato rischio di incendio e di elettro-folgorazione» come ha spiegato la stessa amministrazione, che la giunta Sala ha deciso di sanare attingendo alle casse pubbliche.

«GRAVI PROBLEMI»
Già lo scorso dicembre, comunicando il prossimo smantellamento del campo, da Palazzo Marino avevano parlato di «gravi problemi», tali da rendere «l’intervento di superamento necessario e non più rimandabile»: nell’attesa dello sgombero, con la solita formula delle case popolari in premio ai rom tramite la procedura Sat (Servizi abitativi transitori), quindi al di fuori delle canoniche graduatorie, era stata annunciata «in regime d’urgenza» una «soluzione tecnica» che ripristinasse «le condizioni di sicurezza».

Detto, fatto. Nella stessa delibera di quattro mesi fa il Comune aveva anche messo nero su bianco che avrebbe provveduto «in via temporanea agli oneri connessi alla fornitura di energia elettrica», valutando «la possibile individuazione di modalità, anche di natura forfettaria, per il recupero in capo ai fruitori di tali costi». In attesa di sapere a quanto ammonteranno le bollette pagate per conto dei nomadi di Chiesa Rossa – e col dubbio legittimo, visti i precedenti, che quei soldi difficilmente verranno restituiti –, è già stato predisposto il progetto esecutivo per rimettere a nuovo gli impianti elettrici del Villaggio.

Più di centomila euro (114mila per l’esattezza) così suddivisi: 66mila per le opere impiantistiche, 8.500 per quelle edili, 3mila per i piani di sicurezza, 16mila per gli aumenti derivanti dall’applicazione della legge di bilancio 2024, 20.500 per l’iva. Fondi che rientrano negli stanziamenti di un “accordo quadro” del 2022, perle manutenzioni straordinarie degli impianti tecnologici presenti negli impianti del Comune di Milano, dal valore complessivo di due milioni di euro.

L’abusivismo elettrico, però, non è l’unico problema del campo. Oltre alle 47 piazzole previste nella planimetria dell’area autorizzata nel ’99 e abitata dal 2002, ci sarebbero una decina di immobili fuorilegge che – come ha ammesso il Comune – andrebbero a «occupare in modo del tutto irregolare e improprio anche spazi comuni e porzioni dedicate ad attività collettive e al transito, condizionando la regolare circolazione dei mezzi, anche di soccorso».

Per non parlare della «non adeguatezza degli impianti fognari progettati e realizzati per un numero inferiore di persone presenti», col risultato che «nonostante ripetuti interventi di manutenzione e pulizia degli stessi, hanno causato frequenti sversamenti di liquami in superficie, a discapito delle condizione di salubrità dell’area». Insomma, una situazione a dir poco allarmante. E aggiungiamoci pure la sparatoria di metà febbraio: dieci colpi di pistola a gambizzare padre e figlio, Marco e Kevin Deragna, al culmine del più classico dei regolamenti di conti da risolvere col sangue.

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I COLLOQUI
Due mesi fa, intanto, è stato notificato alle famiglie del campo l’avviso di sfratto e ora sono in corso i colloqui per valutare, caso per caso, le differenti situazioni in modo da capire quanti sistemare nelle case popolari e quanti invece si arrangeranno in autonomia. Esattamente come avvenuto per rom di via Bonfadini lo scorso luglio. Con ogni probabilità, come fu anche in quel caso nonostante le vane speranze del Comune, si procederà allo sgombero con la presenza delle forze dell’ordine. Anche perché, dalle parti del Villaggio delle Rose han già fatto sapere (persino con una petizione online su change.org) che vogliono restare nelle loro casette e non trasferirsi in quelle popolari. Non solo: vorrebbero che l’amministrazione concedesse loro il terreno sui cui attualmente vivono per gestirlo in autonomia e farne un «modello abitativo ecologico, dignitoso e comunitario». Sì, avete capito bene. Dopo un quarto di secolo d’illegalità...

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