Milano, rogo all'ortomercato: è caccia all'uomo, chi è il piromane ripreso dalle telecamere

di Claudia Osmettivenerdì 21 marzo 2025
Milano, rogo all'ortomercato: è caccia all'uomo, chi è il piromane ripreso dalle telecamere
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Le fiamme alte, altissime. Una colonna di fumo che si scaglia verso il cielo ancora buio. E sotto le squadre dei Vigili del fuoco con la tuta ignifuga, le sirene, i furgoncini con l’autopompa. Brucia l’Ortomercato di Milano: sembra uno scheletro avvolto da un rogo, a vederlo da lontano è una macchia arancione nel blu scuro di una notte (quella di ieri, giovedì 20) di marzo. Si sveglia così, il Municipio 4: con trambusto, con l’odore acre, con le camionette che fanno avanti e indietro da via Lombroso. E con altre pattuglie che arrivano sul posto: quelle del Nia, il Nucleo investigativo antincendio, quelle delle autorità giudiziarie e dei carabinieri. Perché non è un caso, non è sfortuna, non è un cortocircuito: è (più probabilmente) l’opera di un piromane, forse di origini egiziane, che viene pure ripreso dalle telecamere di sorveglianza col cerino in mano dopo aver scaricato alcuni bancali da un carrello elevatore e averli cosparsi di benzina (odi un altro liquido infiammabile).

La prima segnalazione arriva alla centrale operativa del Numero unico dell’emergenza all’una e due minuti di notte. Sono già tre i capannoni andati distrutti. Un’ora dopo c’è bisogno di sei squadre di pompieri, alle prime luci dell’alba diventeranno quindici. È una corsa contro il tempo, il fuoco avanza e si mangia ogni cosa, però si teme soprattutto perché a fianco dell’Ortomercato c’è l’area dei distributori di carburante e se le fiamme arrivassero lì sarebbe un disastro. Non succede, per fortuna. Ma si registrano ingenti danni: sono distrutte alcune celle frigorifere, crolla una parte del tetto, la zona interessata ha una superficie di 2.500 metri quadrati. La buona notizia è che non si contano né feriti né intossicati (monitorano la situazione anche gli agenti del Nucleo nucleare batteriologico, chimico e radiologico, l’Nbcr perché nella zona sono presenti tracce di amianto). «Le attività stanno procedendo regolarmente», fa sapere in mattinata una nota della Sogemi, la società che per conto del Comune gestisce tutti i mercati agroalimentari all’ingrosso della Madonnina: «Il tempestivo intervento dell’addetto alla sicurezza e dei vigili del fuoco ha permesso di contenere la propagazione dell’incendio ad altre strutture. Siamo a disposizione delle forze dell’ordine in attesa che possano venire accertare le cause dell’accaduto».

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Che è uno dei nodi da sciogliere: chi è quello straniero ripreso nei video, quello che materialmente ha acceso il rogo? E soprattutto perché l’ha fatto? Domande a cui sarà la procura a dover trovare una risposta. Quel che è certo fin da adesso è che la zona dell’Ortomercato di Milano tranquilla, in passato, non lo è stata per niente. Questo, semmai, è l’ultimo episodio (a sè, per carità) di una lunga lista che va «dalle infiltrazioni della mafia ai casi di caporalato, con anche lo sfruttamento dell’immigrazione clandestina», come racconta il consigliere della Lega al Municipio 4, Paolo Bassi: «Questa è sempre stata una realtà fragile, non per niente si è arrivati, in tempi più recenti, a immaginare un pesante intervento di riqualificazione». Si riferisce, Bassi, al piano di 300 milioni di euro che dovrà letteralmente cambiare faccia a quella che è, a tutti gli effetti, la più grande area d’Italia per quantità di prodotti commercializzati (complessivamente l’Ortomercato occupa uno spazio di 700mila metri quadrati): il primo lotto ristrutturato, il padiglione ortofrutticolo 1, fortunatamente risparmiato dalle fiamme di ieri, è stato consegnato ad aprile del 2024, mentre il resto del progetto è ancora in itinere. «Sicuramente è una realtà particolare. All’esterno dell’Ortomercato, negli anni scorsi, è successo di tutto: le occupazioni che non hanno riguardato direttamente la struttura, l’anno passato c’è stato anche un omicidio (quello di Johnny Sulejmanovic, freddato con tre colpi di pistola il 26 aprile mentre dormiva sul suo furgone in via Varsavia, poco distante: ndr). Noi, chiaramente, terremo alta l’attenzione», chiosa l’esponente del Carroccio, «perché è una realtà importante sia per la gente che ci lavora sia per la funzione che svolge all’interno della città».