Pd, appello-choc nel circolo di partito: "Maranza, unitevi tutti"
È una chiamata alle armi che agita le periferie. Dove la rabbia ribolle e l’invidia sociale cresce inesorabile. È un invito in carta bollata per i famosi italiani di seconda generazione, talmente italiani da odiare lo stesso Paese in cui vivono. Dove urlano «vaffa» all’Italia e alla Polizia e la sinistra li coccola. È un appello fa dell’anti-razzismo la sua stella polare ma che nei fatti è un trattato incendiario contro l’Occidente. Dove se sei bianco, e magari pure di destra, sei un nemico da abbattere.
“Maranza di tutto il mondo, unitevi!”, è il titolo del libro di Houria Bouteldja, saggista e attivista franco-algerina, pubblicato lo scorso settembre con la casa editrice DeriveApprodi. Sottotitolo: “Per un’alleanza dei barbari nelle periferie”. E quale periodo migliore di questo, dopo lo scempio del Capodanno islamista di piazza Duomo, per presentarlo a una manciata di chilometri da Milano? A prendersi la briga di organizzare la serata (venerdì 17) ci ha pensato il centro sociale Boccaccio di Monza, fondato niente di meno che da Ilaria Salis nel 2003. Sede prescelta per l’evento, che vedrà la partecipazione di Tommaso Sarti (dottorando in Scienze Sociali all’Università di Padova, dove si occupa di sottoculture giovanili), Anna Curcio (direttore editoriale della collana “Hic sunt leones” della casa editrice DeriveApprodi) e Fatima (della rivista Antitesi Milano), sarà il “Circolo Libertà” del capoluogo brianzolo.
SALDATURA PERICOLOSA
E indovinate un po’ a quello stesso indirizzo chi organizza eventi e offre servizi? Il Partito Democratico e la Cgil. Non si tratta di una sede ufficiale ma piuttosto di un bar-trattoria che ospita spesso aperitivi, cineforum e incontri con esponenti politici dem. Che ora, ma non è certo la prima volta, accoglierà pure gli antagonisti campioni dell’abusivismo in città. La saldatura tra estrema sinistra e maranza, con la benedizione dei progressisti istituzionali, è sempre più forte. E questo non può che preoccupare, soprattutto alla luce delle ultime scorribande. Ma cosa dicono le pagine di questo libro? La tesi è chiara e parte dal successo di Giorgia Meloni, Marine Le Pen e Donald Trump. Secondo l’autrice, per sconfiggere «l’estrema destra» in un un mondo «governato da ricchi bianchi», è necessaria un’alleanza tra «bifolchi e barbari», ovvero la classe proletaria bianca e quella composta da «persone Bipoc» (Black, indigenous, people of color).
È l’esaltazione delle banlieue, che dopo aver incendiato la Francia stanno propagando le loro fiamme ovunque in Europa: dalla Scandinavia all’Italia. Un rigurgito di rabbia che tocca ogni angolo di vita. Con chi ce l’hanno i nuovi barbari? «Ce l’abbiamo con la crush (in gergo giovanile la persona per cui si ha una cotta, ndr) delle elementari che non ci calcolava perché non rispettavamo i canoni di bellezza occidentali. Siamo arrabbiati con il commesso che ci parla in inglese perché presume che non capiamo l’italiano. Ce l’abbiamo un po’ con noi stessi che usavamo prodotti chimici per avere i capelli lisci. Con la scuola che la chiama “La scoperta dell’America”. Con chi ci considera bellezze esotiche da predare. Ce l’abbiamo con chi ci chiede se questi capelli sono una parrucca.
A proposito di capelli odiamo anche le cuffie da piscina che non ci entreranno mai».
SPROLOQUIO INFINITO
Lo sproloquio prosegue, riga dopo riga: «Per essere precisi siamo arrabbiati con chi usa un linguaggio zoologico per parlare di noi/con noi/a noi. E ancor di più con chi rende materiale da tesi di laurea la nostra rabbia e la nostra sofferenza. Ce l’abbiamo con lo Stato che non ci protegge. Con i medici che non sanno curarci. Siamo furiosi con chi ci chiama cioccolatini». Ma non è tutto. «Ad essere sinceri ce l’abbiamo anche con i/le nostri/e fidanzati/e che fanno finta che siamo bianchi/e». Sì, avete capito bene. E c’è di più. Molto di più. «Ci siamo appena ricordati che ce l’abbiamo anche con le femministe bianche». Pure loro, nonostante la difesa sistematica degli immigrati giovani e meno giovani, sono nel mirino dei maranza che dopo essersi le periferie puntano al cuore delle città.
E potevano forse mancare attacchi alle forze dell’ordine? Certo che no, ovviamente. Dopo il caso Ramy, è un’escalation senza fine. «Pensandoci ancora meglio ce l’abbiamo con sbirri e controllori del treno; innanzitutto perché sono sbirri e perché sicuramente chiederanno i documenti e titoli di viaggio prima a noi». Infine, l’arringa che è allo stesso tempo monito: «Anche se proviamo rabbia per molte cose, ne esistono altre che già ci rendono vivaci e vivi, cose che già esistono e altre che vogliamo realizzare. E vogliamo prendercele». L’alleanza dei barbari nelle periferie è solo agli inizi ma è già fin troppo solida. E fa paura.