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Capodanno a Milano, l'assalto alle donne e il silenzio: tutta la verità su piazza Duomo

Enrico Paoli
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Con i primi vagiti del 2023, dopo il drammatico capodanno in piazza Duomo, a Milano, imparammo cosa fosse la Taharrush gamea, espressione in lingua araba che significa letteralmente «molestia collettiva». Ce ne eravamo scordati. Il racconto fatto da una studentessa belga ad un quotidiano del suo Paese, confermato ieri con aggiunta di altri particolari, ha richiamato alla mente quell’espressione. Perché in piazza Duomo, a Milano, davanti ad uno dei simboli della cristianità, la drammatica «molestia collettiva» si è ripetuta. E ancora una volta un gruppo di ragazze è stato vittima del branco, dei «molestatori collettivi», immigrati e nordafricani. «Siamo stati circondati da tanti uomini (la giovane era con altre quattro ragazze e due ragazzi, ndr), credo fossero 30 o 40. Tutti siamo stati toccati fuori e sotto i vestiti. Non ci hanno spogliati», spiega la studentessa di Liegi. «Ho deciso di parlare con i media perché sui quotidiani italiani di questi eventi non ci sono informazioni. Questa settimana andiamo alla polizia, qui in Belgio, per far denuncia», sottolinea la giovane, dando la piena disponibilità a venir contattata «dalle autorità italiane». Piazza Duomo, a Milano, un’altra violenza di gruppo, un’altra Taharrush gamea.

Stavolta, però, accanto al silenzio assordante (e anche un po’ imbarazzante, visto che dura da giorni, nonostante le sollecitazioni...) del sindaco del capoluogo lombardo, Giuseppe Sala, c’è quello del mainstream dell’informazione (tranne Libero), attenta a non disturbare il manovratore. «La conferma dell’aggressione da parte delle studentesse del Belgio aggiunge un contesto ancor più drammatico a una nottata che già aveva svelato in pieno la violenza e l’arroganza dei giovani stranieri presenti in Piazza Duomo», tuona l’europarlamentare della Lega, nonché consigliere comunale, Silvia Sardone, interpretando il sentimento del centrodestra, in particolare Carroccio e Fratelli d’Italia, «mi chiedo cosa aspetti il sindaco Sala a commentare questo gravissimo episodio e a ragionare seriamente su ciò che sta accadendo a Milano». Ce lo chiediamo tutti, a dire il vero. Perché questo silenzio non è più accettabile.

 

 

 

Certo, con una intervista al quotidiano La Repubblica, il primo cittadino del capoluogo lombardo ha mandato avanti Franco Gabrielli, ex capo della polizia, ora consulente per la sicurezza del sindaco Sala. Ma l’ex super poliziotto si limitato a parlare d’integrazione e cori negli stadi, riferendosi agli insulti all’Italia, e alle forze dell’ordine, da parte di nordafricani.

Ma nemmeno una parola sulle ragazze molestate. Eppure il racconto della studentessa belga non può lasciare indifferenti, trattandosi del bis del 2023. «C’è molto di più di un tema di sicurezza o delle oggettive responsabilità dell’amministrazione della città di Milano», sottolinea Matteo Perego di Cremnago (Fi), sottosegretario di Stato alla Difesa, «quello che è in gioco è il complesso di valori e di principi radicati nella nostra cultura ed identità millenaria. Il nostro infinito patrimonio "immateriale" deve essere protetto, tutelato, trasmesso e condiviso anche da chi decide di vivere nella nostra città e più in generale nella nostra penisola». La lezione di Oriana Fallaci è più viva che mai, soprattutto all’ombra del Duomo.

«L’aggressione è avvenuta dopo la mezzanotte, credo fosse passata da una ventina di minuti», racconta la giovane universitaria, «eravamo proprio all’ingresso della galleria (Galleria Vittorio Emanuele II, ndr), non molto lontani dalla postazione in cui c’erano alcuni poliziotti in Piazza Duomo, che erano all’esterno della galleria, sulla sinistra. Ci eravamo rivolti a loro poco prima per chiedere dove poter cercare un taxi per rientrare in sicurezza all’albergo». Durante l’assalto «credo che non ci vedessero perché eravamo dietro a una colonna e c’era molta confusione, moltissima gente». In Piazza della Scala, poi, «ci siamo rivolti a una poliziotta per raccontarle tutto».

 

 

 

«Ho chiesto assistenza psicologica e avrò un appuntamento giovedì a Liegi al Chu», l’ospedale universitario, racconta ancora, «siamo tutti ancora sotto choc». Ovviamente gli investigatori della Squadra Mobile sono al lavoro per collocare tutti i tasselli di questo puzzle nella loro esatta posizione, in modo da individuare gli autori delle violenze. Nella notte del 2023, a testimoniare le molestie collettive, spuntarono dei video, speriamo accada la stessa cosa. Quella notte di capodanno una decina di amiche stavano festeggiando in piazza a Milano. Improvvisamente furono circondate da una trentina di ragazzi nordafricani, «un muro umano», che agirono con la «forza intimidatrice del branco», molestandole e violentandole. Taharrush gamea, appunto.

 

 

 

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