Milano brucia: Ramy fugge e muore, indagato il carabiniere. La polizia: "Non protesta, è guerriglia"
E' indagato per omicidio stradale in concorso il carabiniere alla guida della gazzella del Nucleo Radiomobile di Milano che, nella notte tra sabato e domenica, ha inseguito lo scooterone su cui viaggiava Ramy Elgaml, il 19enne egiziano morto all'alba di domenica dopo essere scivolato sull'asfalto in via Quaranta. Un atto che il pm di Milano, Marco Cirigliano, ha disposto anche a garanzia del militare e per poter eseguire tutti gli accertamenti necessari ad accertare se la moto è stata tamponata-toccata dalla pattuglia o se si è trattato di una caduta autonoma dopo una fuga nella notte per 8 chilometri.
E' indagato anche il 22enne egiziano che guidava lo scooter, ricoverato in ospedale dopo l'incidente. E stata disposta per venerdì 29 novembre l'autopsia sul corpo di Ramy mentre al vaglio degli inquirenti ci sono in queste ore le immagini dell'incidente riprese da una delle telecamere di sorveglianza.
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Le indagini inizialmente assegnate alla polizia locale di Milano sono affidate ai carabinieri e devono far luce sulla dinamica dell'incidente per chiarire se ci sia stato un urto o il contatto fra lo Yamaha T-Max su cui viaggiava la vittima senza casco (forse perso durante la fuga) con il 22enne indagato e ricoverato in ospedale e la 'gazzella' dell'Arma. Il filmato già acquisito per ora non è risultato decisivo nello sciogliere i dubbi su cosa sia accaduto allo scooterone durante la svolta a sinistra su via via Quaranta dopo aver percorso in contromano la corsia sinistra di via Ripamonti.
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Nel frattempo, a Milano si respira un'aria pesantissima con le volente manifestazioni di rabbia degli amici di Ramy che hanno messo a ferro e fuoco interi quartieri periferici della città tra domenica e lunedì notte. "Nessuna protesta, nessuna nobile ricerca di risposte, quella di stanotte a Milano nel quartiere Corvetto è stata una guerriglia, che era stata organizzata nei tempi e nei modi, con tanto di auto posizionate ad hoc per impedire l'intervento delle forze dell'ordine e l'uso di bombe e altri artifizi, pietre, incendi e quant'altro ed era finalizzata a devastare e aggredire, per affermare una presunta superiorità sulle leggi, sullo Stato, su ogni regola civile", è la denuncia di Valter Mazzetti, segretario generale Fsp Polizia di Stato.
"Un evento che fa il paio con altri simili, l'ultimo appena due giorni fa a Padova, che svelano la pericolosità di gruppi coesi in cui ci si organizza e ci si appoggia vicendevolmente per fronteggiare le autorità, anche intervenendo al minimo segnale lanciato al bisogno dai sodali per intralciare, intimidire e aggredire gli operatori della sicurezza. E' un fenomeno in crescita estremamente allarmante, e la frequenza con cui si manifesta fa correre il rischio che sia considerato ormai normale mentre, in realtà, richiede risposte ferme ed efficaci per arginare il convincimento che in alcuni luoghi si possa agire completamente al di sopra della legge". A Corvetto, zona sud di Milano, circa 100 persone scese in strada hanno scatenato incendi e atti di vandalismo.