Beppe Sala, "perché non può governare Milano": chi lo frena
Più che una questione politica è una questione di incompatibilità. Milano è una città che guarda il futuro, ha detto il ministro degli esteri e vice premier Antonio Tajani, a margine di un evento dei giovani di Forza italia a Palazzo Lombardia, «e la capitale economica non può avere un sindaco che dice no al nucleare: il nucleare rappresenta il futuro ed è una fonte energetica pulita, lo dice anche il documento sulla tassonomia della Commissione europea, quindi credo che si debba guardare al futuro e non al passato». Il riferimento è all’intervento sul Corriere della sera in cui il sindaco Beppe Sala si è scagliato contro l’energia dell’atomo. Posizione dalle dubbia fondamenta scientifiche ma dal chiaro intento politico: quello di provare a scalare il Pd provando ad ingraziarsi i Verdi e il Movimento Cinquestelle, in un’ottica di federatore del caotico campo largo. «La stagione dei no è finita», ha precisato Tajani, «dobbiamo andare anche in questa grande città alla stagione dei sì. La scelta nucleare mi sembra una scelta irreversibile, soprattutto il nucleare di ultima generazione che non è inquinante, non è neanche rischioso e non ha dimensioni anche fisiche ingombranti. Ci vorrà qualche tempo però una città come Milano deve essere una città all'avanguardia non di retroguardia».
Ma le critiche alla gestione sala non si fermano certo qui. Per il ministro degli Esteri bisogna «lavorare su un modello di città diverso da quello attuale». A partire dalla sicurezza, dove «sono stati commessi molti errori e si può fare di più». Ma le scelte di Palazzo Marino, secondo Tajani, «hanno penalizzato anche l'economia di questa città, soprattutto il mondo del commercio, certe scelte sulle piste ciclabili che forse potevano essere fatte in maniera diversa».
Ma a proposito di futuro, i riflettori sono già puntati sul prossimo candidato sindaco del centrodestra, dove ieri è spuntata, con largo anticipo, l’autocandidatura di Letizia Moratti. «C'è un pressing da parte del partito. Comunque è prematuro parlarne oggi, mancano due anni», ha detto la presidente della consulta nazionale di Forza Italia. Ipotesi che non ha riscosso grande entusiasmo da parte di Tajani, perlomeno riguardo ai tempi. «Ci sono ancora parecchi mesi prima di eleggere il nuovo sindaco di Milano, Letizia Moratti certamente lo ha fatto bene, è una donna di grande prestigio e ha le carte in regola per essere candidata e per vincere». Ma c’è un però. «Noi», ha proseguito il vicepremier, «stiamo pensando anche a candidati civici come c'è stato Buccia Genova. Siamo in una fase di riflessione». Insomma, non è ancora tempo di aprire il dossier.
Anche perché quelli già aperti sono tanti e non poco impegnativi. «Mi pare veramente singolare che si cerchi di bloccare l'avvio dei lavori della Commissione europea per un interesse di partito o di parte. Se c'è un problema per Fitto, c'è un problema ancora più grave per Teresa Ribera che deve rispondere di fronte al parlamento spagnolo di ciò che è accaduto in occasione del disastro che ha provocato tante vittime», ha detto Tajani in riferimento del blocco dei socialisti sulla nomina del ministro italiano. Quanto all’autonomia, ha spiegato il leader di Forza Italia, «quello di Calderoli (che ha auspicato il silenzio delle opposizioni, ndr) non è il mio linguaggio, ma abbiamo votato tutti quanti per l'autonomia differenziata e siamo favorevoli». Per quanto riguarda i rilievi della Corte Costituzionale, «vanno nella direzione delle nostre preoccupazioni e quindi tornare alla centralità del Parlamento mi sembra che sia la giusta strada da percorrere».
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Ma sul tavolo ci sono anche altre questioni urgenti. Oggi Tajani sarà a Bruxelles per partecipare al Consiglio Affari Esteri dell’Unione europea. Lo riferisce la Farnesina, spiegando che fra i temi in agenda per il ministro ci sono l'Ucraina e l'elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti e che nel corso della missione il vice presidente del Consiglio avrà anche incontri politici con l’Alta rappresentante designata Kaja Kallas e con alcuni Commissari Ue designati, con il segretario generale della Nato, Mark Rutte e con il ministro degli Esteri moldavo, Mihail Popsoi. Temi cruciali per il futuro della Ue.
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