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Milano, il giallo di Edoardo Austoni: "Esco a prendere due birre", come muore a casa (e chi era suo padre)

Claudia Osmetti
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Tutto quello che si sa con certezza è che ieri sera, intorno alle 22, Edoardo Giovanbattista Austoni, milanese di 52 anni, figlio dell’ex primario di Urologia all’ospedale San Giuseppe nella stessa città meneghina e che era stato coinvolto in un caso di concussione e abuso d’ufficio, è rientrato a casa con due ferite. Nemmeno troppo vistose (una lieve all’altezza del sopracciglio destro e una più profonda, di circa due centimetri, alla tibia, in prossimità però di una vena varicosa), ma che gli sono state fatali. Si è seduto sul divano, Austoni, ed è morto pochi minuti dopo. Probabilmente per quell’abbondante perdita di sangue causata dalla vena varicosa che gli ha procurato un arresto cardiocircolatorio. Questo, e niente più, tuttavia, è ciò che con sicurezza si può dire per ora sulla vicenda: il resto è una nebulosa di ipotesi, un po’ giallo e un po’ mistero, su cui la polizia sta cercando di fare luce.

Il 52enne è stato vittima di un’aggressione mentre era per strada? Oppure si è trattato di un tragico incidente, l’uomo è inciampato ed è caduto rovinosamente su dei cocci? È buio, è freddo, è quasi fine novembre quando Austoni dice alla compagna con la quale convive che ha intenzione di uscire per comprare qualcosa da bere. Particolare non indifferente: lascia il suo appartamento in calzoncini corti, elemento che ci racconta almeno due cose e cioè che uno, non ha intenzione di stare via per troppo tempo e due, che quella commissione non era pianificata. I pantaloncini potrebbero aver esposto ulteriormente la vena varicosa, qualsiasi sia la tesi che alla fine verrà confermata dalle autorità.

 

 

Fatto sta che Austoni rientra dopo una mezz’ora scarsa. Non lontano dalla sua abitazione gli agenti della Mobile milanese hanno trovato delle tracce ematiche sui cocci di una bottiglia e una chiazza di sangue. Altro particolare non secondario: nei pochi attimi in cui è disteso sul sofà prima di perdere i sensi, Austoni, pare non faccia alcun riferimento a eventuali aggressioni o violenze subite. È ragionevole pensare che, in caso contrario, ne avrebbe parlato. Ma sono solo congetture. Gli inquirenti, ora, stanno passando al setaccio le telecamere della zona (via Giovanni Ameglio, periferia nord-ovest di Milano) e raccogliendo le testimonianze dei minimarket del quartiere in uno dei quali il 52enne potrebbe aver comprato quelle birre che gli interessavano.

La questura della Madonnina afferma che «sono in corso gli accertamenti a cura della polizia scientifica, del medico legale e della squadra Mobile» (la prima ispezione esterna dell’anatomopatologo, infatti, conferma che il decesso dovrebbe essere stato causato da quella ferita vicino allo stinco) e che tutti gli sforzi vanno nella direzione di «ricostruire la dinamica e attribuire eventuali responsabilità». Piste aperte, insomma. Il padre di Austoni, Edoardo anche lui, era morto a 66 anni nel settembre del 2012, dopo essere stato travolto da un processo che, in primo grado, gli era già costato una condanna a cinque anni di prigione e l’interdizione dalla professione medica. Quel procedimento era iniziato, in realtà, da un agguato che Austoni senior aveva subito: uno sconosciuto lo aveva avvicinato mentre era seduto in auto e lo aveva ferito con tre colpi di pistola.

 

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