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Milano, il salasso "senza avviso" è un caso: "1.500 euro di multa per un rosso in pandemia"

Massimo Sanvito
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«Dopo tre anni, per una multa da 167 euro, il Comune mi ha spedito un’ingiunzione di pagamento di 1.500 euro. Ma io non ho mai ricevuto alcuna notifica...». M.D., cittadina milanese, racconta a Libero l’odissea che sta vivendo tra centralini, uffici e accessi agli atti per ripercorrere le tappe di una vicenda grottesca ma verosimilmente non unica nel panorama milanese delle sanzioni a pioggia. «Sono stata allo sportello dei vigili in via Friuli e risulta a mio carico un passaggio col rosso al semaforo, oltre a due punti in meno sulla patente, ma non c’è prova che mi sia stato notificato il secondo avviso nella cassetta della posta così come previsto. Di fronte a una tale cifra sono costretta a fare ricorso al giudice di pace...», spiega la signora.
Documenti alla mano le discrepanze sono diverse.

Nell’ingiunzione, l’infrazione contestata risale al 30 marzo del 2021 all’incrocio tra corso Indipendenza e via Fratelli Bronzetti (qualche minuto prima di mezzogiorno) e la notifica a M.D. al 14 maggio. Dall’accesso agli atti, invece, il postino risulta essere passato da casa della signora il 22 aprile. In totale si parla di 343 euro (vista la maggiorazione di un decimo ogni sei mesi a partire da quando la multa diventa esigibile). Non solo. Per non aver specificato chi fosse alla guida quel giorno (ma senza sapere di aver commesso l’infrazione era impossibile farlo) - visto che l’infrazione prevedeva la decurtazione punti - ecco altri 594 euro (con maggiorazione di 237 euro): la notifica, stando all’ingiunzione, risulta al 28 ottobre 2021. Nelle carte ottenute tramite l’accesso agli atti, di contro, la visita del postino è certificata al 6 settembre. Chissà. Dunque, ricapitolando: 994 euro, più 449 di ulteriore maggiorazione, più altri 11 euro di spese di notifica, più altri ancora 43 euro di oneri di riscossione.

 

 

Totale: 1.499 euro da pagare entro un mese. Pena, si legge nell’ingiuzione di pagamento ricevuta dalla signora settimana scorsa, «il fermo amministrativo di beni mobili registrati (es. automobili), il pignoramento di crediti presso terzi, l’iscrizione di ipoteca sugli immobili di proprietà, con ulteriore aggravio di spese». Ovviamente c’è anche l’opportunità di fare ricorso, notificando al Comune di Milano l’atto di citazione (ma a quale ufficio non è specificato), oppure affidarsi all’autotutela per il riesame. «Ho già contattato un avvocato che sta preparando il ricorso. Dunque un’altra perdita di tempo e soldi. Di multe ne ho prese diverse e ho sempre pagato subito, quindi è chiaro che se avessi ricevuto il verbale avrei fatto uguale...

Io non contesto la multa ricevuta, mi assumo le mie responsabilità e penserò a stare più attenta. Quello che non accetto è che se non ho ricevuto verbali, e quello che dovevo sapere è nella notifica che non ho, come posso ricevere direttamente un’ingiunzione dopo tre anni?», dice M.D. Senza tralasciare il ginepraio in cui, lei come tantissimi altri, si è dovuta imbattare.

«Sono una persona smart ma avere spiegazioni dal Comune su come muovermi è stato molto complicato, tra chat whatsapp e appuntamenti online per l’accesso agli atti. Tra l’altro, sul sito, c’è la sezione “Non hai ricevuto il verbale? L’hai smarrito?”... E questo fa pensare che di casi simili al mio ce ne siano altri. Ma una persona che non ha dimestichezza con questi sistemi come fa?», si chiede. Una domanda che dal covid in avanti, quando Palazzo Marino ha deciso di delegare quasi tutto all’infoline 020202, si pongono in tanti.

A partire dall’Adp, il cui presidente Giovanni Aurea, spiega: «L’associazione mette a disposizione gratuitamente un avvocato specializzato in materia: procedure sanzionatorie e riscossioni. In oltre il 50 per cento delle ingiunzioni del Comune di Milano il nostro avvocato, Tatiana Benelli, ha riscontrato vistose irregolarità che ha prontamente impugnato. L’associazione di volontariato Adp è a disposizione dei cittadini milanesi con consulenza gratuita delle ingiunzioni e delle cartelle esattoriali».

 

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