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Ultima moda: abbandonare l'auto in cortile

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Giorgio Valleris
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C’era una volta l’esercito delle auto abbandonate a Milano. Non stiamo parlando delle centinaia di auto rubate che, per mesi, occupano i parcheggi sulle strade milanesi, di cui peraltro vi avevamo già dato conto alcune settimane fa, bensì dei veicoli fermi nei cortili delle case comunali. E altro che casi sporadici: dal 2022 ad oggi sono ben 393 le auto e moto abbandonate rimosse nei cortili delle case popolari gestite dal Comune, tramite MM, e da Aler. Nello specifico, 199 veicoli sono stati rimossi da Aler e 194 da MM. A snocciolare questi numeri per certi versi sorprendenti è stato l’assessore alla Sicurezza Marco Granelli nel corso della Commissione Casa, Mobilità e Sicurezza di ieri, illustrando i risultati di un protocollo operativo che ha visto la luce nel febbraio 2022. Di cosa si tratta esattamente?

«Quando viene segnalato un veicolo che pare abbandonato in un cortile, l’ente gestore della casa fa una verifica e la Polizia locale ricostruisce la storia recente del mezzo, risalendo all’ultimo proprietario. L’ente gestore spedisce un avviso al proprietario che, a questo punto, ha 30 giorni di tempo per rimuoverlo e, se non lo fa, la società di rimozione lo porta nei depositi autorizzati». A quel punto, il proprietario ha altri 60 giorni per ritirare il veicolo pagando il deposito. Difficile lo faccia. E allora il mezzo, auto o moto che sia, diventa di proprietà del comune. L’abbandono del mezzo prevede una sanzione di quasi mille euro a carico del proprietario. «L’obiettivo è recuperare almeno i costi di rimozione, ma la logica è quella di provare a prevenire». Il punto, come ha ricordato anche Granelli, è che si tratta di «un aspetto di degrado sotto tutti i punti di vista. Capita che questi veicolo diventino luoghi di bivacco per persone esterne».

D’altra parte la questione delle auto abbandonate, nel nostro Paese, rischia di trasformarsi in una piaga: non è un caso che siano nati perfino gruppi sui social dove le persone segnalano le vetture in evidente stato d’abbandono e i post con tanto di foto, sono decine ogni giorno. «La verità è che demolire un’auto costa. Gli incentivi ci sono solo nel caso in cui il proprietario acquisti un’auto nuova. Purtroppo però ci sono persone che non se lo possono permettere e quindi, semplicemente, abbandonano la propria vettura quando è guasta» spiega Geronimo La Russa, presidente di Aci Milano, che prosegue: «Tra il costo del carro attrezzi e la demolizione vera e propria si arriva a spendere circa 500 euro. Non dobbiamo però dimenticare che le auto abbandonate sono rifiuti e anche pericolosi. Il nostro invito è quello di segnalare sempre le auto abbandonate. Questa iniziativa del comune, pur rappresentando un costo per la collettività, è comunque positiva».


Un iter che non è immediato, intendiamoci, quello adottato dalla giunta meneghina. Non si pensi che, nel giro di pochi giorni dalla segnalazione, arrivi il carro attrezzi e porti via il mezzo. A onor del vero, l’assessore non fa mistero della complessità di un procedimento che deve fare i conti anche con casi di veicoli sottoposti a fermo giudiziario. Che quindi, in teoria, non si possono toccare prima di aver completato tutte le procedure burocratiche di rimozione del fermo. Nonostante i tempi tecnici a volte lunghi mesi, la strada intrapresa è quella giusta.
Non a caso, si tratta di un’iniziativa che trova anche il plauso dell’opposizione che però punta il dito su un’altra problema non di poco conto. «Continuiamo a vedere auto con targhe straniere che passano tranquillamente per le vie del centro o nelle Ztl. Nonostante le sanzioni, i proprietari non pagano e stiamo parlando di qualche milione di euro di mancati incassi per il Comune», dice Luca Bernardo, capogruppo di Forza Italia nel consiglio comunale milanese. Un’altra faccenda sulla quale l’amministrazione comunale dovrebbe accendere i fari.

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