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Milano, clandestino si traveste ed entra in una clinica: donna incinta violentata

Massimo Sanvito
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Mancano venti minuti alle sette di sera. Centro di Milano, Clinica Mangiagalli, eccellenza italiana per quanto riguarda le nascite dei bambini. Una donna di 36 anni, incinta, sta dormendo nella sua stanza nel reparto di ginecologia. All’improvviso si sveglia. Davanti a lei c’è un uomo vestito da infermiere, con una mascherina a coprirgli parte del volto. Il camice, però, è solo il cavallo di Troia per farsi largo in ospedale. Dietro c’è un maniaco. La sua mano, dal polpaccio della futura mamma, sale rapidamente fino alle parti intime. Lei urla, preme il pulsante d’emergenza e il medico di turno dà l’allarme e avvisa la direzione sanitaria. Una volante del Commissariato Mecenate, in zona per un normale servizio, si precipita ai cancelli della Mangiagalli.

E gli agenti, guidati dagli anestesisti al quarto piano della struttura, lo bloccano sulle scale dopo una fuga confusa tra i corridoi. Prova a resistere a suon di calci e pugni ma viene ammanettato in pochi secondi. Si tratta di un 24enne, senza fissa dimora e irregolare in Italia. Un clandestino. La solita «persona già nota alle forze dell’ordine» per alcuni reati, confermano dalla Questura di Milano. Dice di essere argentino ma sono numerosi gli alias che compaiono nelle banche dati di polizia: per scoprire davvero il suo nome sarà necessario attendere gli esiti degli esami dattiloscopici.

 

 

Ora si trova nel carcere San Vittore, in attesa dell’udienza di convalida dell’arresto da parte del gip. È accusato di violenza sessuale aggravata: dallo stato di gravidanza della donna, dalla sua situazione di paziente ricoverata e dalla sostituzione di persona operata fingendosi infermiere. È anche indagato per resistenza a pubblico ufficiale. Resta da capire, e la Polizia sta lavorando su questo, in che modo il maniaco si sia introdotto nella clinica, in un orario per nulla insolito, e abbia avuto margini di manovra così ampi. Detto che il travestimento (si indaga su come si sia procurato camice e mascherina) lo possa aver sicuramente agevolato nei suoi spostamenti, spaventa - e non poco che nel cuore di Milano e sopratutto all’interno di un ospedale che dovrebbe garantire il massimo della serenità e della sicurezza alle donne in procinto di partorire, possa materializzarsi una violenza di questo tipo.

Non solo. Perché, come in un inquietante scherzo del destino, la Clinica Mangiagalli grazie al suo “Soccorso violenza sessuale e domestica” è anche un punto di riferimento per Milano e provincia (ma non solo) per le donne vittime di stupri, molestie e aggressioni. Ogni anno sono quasi mille gli accessi allo specifico sportello: aperto ventiquattro ore su ventiquattro, sette giorni su sette, prevede la presenza o la reperibilità di ginecologi, medici legali, infermieri, ostetriche, assistenti sociali e psicologhe.

 

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