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Milano, chi è il ragazzino che mette sotto scacco la città

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Andrea Fatibene
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 In molti si ricorderanno lo scalatore urbano che lo scorso 23 maggio aveva conquistato tutti i notiziari per il suo selfie abbracciato alla Madonnina. Nella notte tra venerdì e sabato, quello stesso scalatore, valtellinese d’origine e ancora minorenne, è tornato a far parlare di sé nel capoluogo. Questa volta però Dedelate – questo il suo pseudonimo da social network, facile da trovare anche sui muri di Milano sotto forma di graffito “Dede” – alle vette in cielo ha preferito i fondali delle piscine pubbliche.

Documentando il tutto via Instagram per poi rimuovere presto tutti i video, De delate si è beatamente goduto la piscina Bacone, a due passi da piazza Argentina, durante le ore notturne di chiusura, assieme alla sua street crew Metacops. «Estate in città», il commento provocatorio che accompagna le immagini. Qui i giovani abusivi si sono fatti qualche vasca, hanno giocato a palla e si sono esibiti in tuffi che hanno un che di canzonatorio rispetto alla città di Milano, la quale appare completamente inerme davanti a un paio di diciassettenni. Nessun sistema di allarme, nessuna serratura inviolabile. «Ci sarebbe riuscito con la stessa facilità in una struttura privata?», si chiederebbe un malizioso.

 

 

 

IMPRESE PASSATE

Qualche mese prima della celebre conquista della Madonnina, Dedalate aveva già scalato le torri del Castello Sforzesco e la Galleria Vittorio Emanuele II. Vette che, dopo aver toccato il punto più alto- per lo meno simbolicamente - della città, sono quasi passate in secondo piano. Poi San Siro, durante il maxi-concerto di Sfera Ebbasta, che lo ha visto correre sul cornicione per poi scappare da quelli che lui dice fossero «50 poliziotti incapaci di fermarlo» e individuarlo, nonostante lo stadio sarebbe dovuto essere blindato per l’evento.

Sulla scia dell’entusiasmo, Dedelate si è quindi spinto fino in Toscana, dove ha scalato la suggestiva Cattedrale di Santa Maria del Fiore di Firenze. Tutte operazioni “di marketing”, come si direbbe oggi, finalizzate al pubblicizzare il marchio “Metacops” di cui, subito dopo la scalata della Madonnina, sono state messe in vendita le t-shirts online. Tempi strani, funesti direbbe qualcuno, quelli in cui si mette a rischio la propria vita per vendere qualche maglietta.

Ma la vera riflessione che scaturisce con forza dal più recente caso di cronaca è che la città di Milano è sostanzialmente passiva rispetto a chi la vuole sfruttare per i suoi comodi, spesso legati alla visibilità. E non si può dire che non ci siano gli estremi per fermarlo definitivamente, ora che la violazione di proprietà privata è così palese. Ma sarebbe molto utile per le accuse che qualcuno riuscisse a coglierlo in flagranza. Mentre, a quanto pare, la sicurezza della Bacone non solo non sarebbe riuscito a impedire o a fermare l’incursione, ma non se ne sarebbe nemmeno mai accorta. Tanto che, alla fine del video postato sui social da Dedelate, viene ripreso quello che potrebbe essere un vigilante davanti all’entrata principale della piscina Bacone, con il sottinteso intento di deriderlo.

«Troviamo assurdo che due ragazzini continuino impuniti nelle loro intrusioni ed imprese estreme. Tra i loro numerosi follower ormai sono un mito e ciò rafforza in loro il concetto che tutto è lecito. Tra poco i due leader della climber gang (Dedalate è uno di questi, ndr) diventeranno maggiorenni... Che cambi qualcosa per loro? Ce lo auguriamo», commenta Fabiola Minoletti, vicepresidente del Coordinamento dei Comitati Milanesi. Anche perché ormai sono diventati delle vere e proprie superstar da social network (227mila follower, in vertiginosa crescita dalla scalata della Madonnina) e questo è un pericolo sotto diversi punti vista: oltre a diffondere l’idea che trasgredire la legge – e non secondariamente mettere a serio rischio la propria vita – possa essere uno strumento per raggiungere fama e soldi, come dimostrano i guadagni di cui Dedelate si è vantato per mezzo dei suoi profili social, sono in molti quelli che, dopo aver visto quanto fossero accessibili alcuni luoghi, hanno voluto emularlo.

IL “GURU”

È stato Dedelate stesso a “prendere per le orecchie” alcuni ragazzi che, galvanizzati dalle sue imprese, sono saliti sul tetto vetrato della Galleria, lasciando alcuni danni dopo i loro passi. Danni probabilmente involontari che, come ha anche sottolineato lui stesso, oltre ad aggravare la posizione della categoria dei climber, mettono a serio rischio la vita di chi li provoca, in quanto denotano inesperienza rispetto a quello che si sta facendo. Insomma, se nel suo delirio d’invincibilità e onnipotenza, Dedelate è arrivato nella posizione di poter dare consigli da guru del climbing e dell’esplorazione urbana, è stato anche e soprattutto grazie al totale disinteresse - o impotenza - delle istituzioni rispetto alla materia. Peccato che, la materia, in questo caso siano una manciata di sbarbatelli che ancora non hanno finito le scuole superiori. E questo la dice lunga sulla figura barbina che questa città sta facendo davanti a tutto il mondo.

 

 

 

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