Beppe Sala odia l'affitto breve ma non l'Imu sulle case
L’ultima trovata del manager Beppe Sala è la “proprietà a diritto variabile”: completa quando si tratta di pagare le tasse, limitata per quanto riguarda rendite e benefici. In una intervista al Corriere della Sera, parlando del problema casa, il sindaco di Milano ha tranquillamente dichiarato che, se fosse per lui, farebbe come a Barcellona e bloccherebbe gli affitti turistici. «Non ce l’ho», ha detto «con il signor Rossi che aveva due soldi, ha preso un appartamento in più e decide per gli affitti brevi».
No, Sala ce l’ha con gli speculatori che di appartamenti ne hanno molti. Premesso che investire in immobili, anche in modo massiccio, non è vietato in una economia liberale, il fatto è che di signori Rossi che hanno impegnato i risparmi in una seconda casa ce ne sono tanti, come molti altri, più banalmente, si sono ritrovati a ereditare l’alloggio dei genitori, dei nonni o della zia. E tutti costoro (così come gli speculatori odiati dal primo cittadino) versano fior di tasse in Imu sulla seconda casa senza che il Comune abbia mai avuto nulla da ridire. Se, però, i proprietari provano a mettere a reddito i due o tre locali posseduti, ecco che finiscono nel mucchio dei capitalisti speculatori.
Per fortuna, lo stesso sindaco ammette di non avere i poteri per compiere una simile scelta. Ce ne rallegriamo. Come se ne rallegrano i proprietari di immobili di Confedilizia i quali, semmai, invitano Sala a «rendere disponibili le migliaia di abitazioni di proprietà del Comune non utilizzate o abusivamente occupate e ad azzerare l’Imu per le locazioni di lunga durata». Operazioni, queste sì, nelle facoltà del primo cittadino e che potrebbero alleviare in modo deciso il problema abitativo in città.
Ci permettiamo poi di osservare un altro paio di incongruenze. Nella stessa intervista, Sala si compiace della costante crescita del turismo in città, forse non rendendosi conto che un eventuale blocco degli affitti brevi finirebbe proprio per penalizzare i visitatori, soprattutto quelli che non si possono permettere un hotel ed optano per un b&b. Con inevitabile ricaduta sull’intera economia cittadina e non solo sulle tasche dei possessori di immobili. I quali peraltro, ci corre l’obbligo di far notare, è assai probabile che si trovino più tra i residenti del centro, elettori di Sala e del Pd, che non tra le altre fasce di cittadini. Il sindaco si guardi alle spalle: i primi a scaricarlo nella “guerra alla speculazione edilizia” rischiano di essere i suoi.