Ilaria Salis? Nella casa in cui è residente nessuno la ha mai vista
«Il mio capo vive qua da 40 anni e si è messo a ridere quando ha sentito la notizia» racconta un ragazzo che lavora nell’officina al piano terra del palazzo in cui Ilaria Salis ha sostenuto di vivere fino a prima dell’inizio della sua querelle giudiziaria. Ma quindi, dove abitava davvero l’insegnante prima di essere arrestata in Ungheria? E' il grande interrogativo che tiene banco da diverse settimane, dal momento in cui è emerso il debito di 90 mila euro che la neo europarlamentare ha maturato con Aler per l’occupazione abusiva di una casa popolare a Milano. Noi di Libero abbiamo scavato a fondo sull’alloggio in via Borsi 14, scovando testimonianze che collocano l’attivista rossa nell’abitazione indicata dall’Azienda lombarda per l’edilizia residenziale fino allo scoppio della pandemia. Poi, stando alla testimonianza dell’ex vicina, si sarebbe trasferita in un altro appartamento del condominio in zona Navigli.
LA VERSIONE AI GIUDICI
Ora però è emersa un’altra versione dei fatti, quella che la stessa imputata aveva fornito al Tribunale ungherese che la stava processando a Budapest. In un video girato in aula si può vedere l’eurodeputata mentre risponde ad alcune domane generali, fra cui l’indirizzo di residenza. «Via Tre Castelli, Milano» dice l’ex detenuta. Si tratta di una via privata, nell’area sud-ovest del capoluogo lombardo, fuori dal centro cittadino: immersa nel verde, ospita pochi casolari e una piccola comunità di cittadini.
«Io, fra una cosa e l’altra, abito qui da 30 anni e faccio il consigliere del palazzo. Ilaria Salis non ha mai abitato qui». $ questa la testimonianza di un residente dello stabile di via Tre Castelli, dove la parlamentare europea aveva confermato al giudice magiaro di detenere la residenza in terra italiana. Andando a leggere i nomi sul citofono esterno, effettivamente compare una targhetta che riporta il cognome “Salis”, assieme a quello di un altro condomino. Ma qualcosa non quadra per il consigliere: «Il nome sul citofono è uscito fuori da qualche giorno, è una cosa recente. Anche dentro, sulla casella della posta, è stato aggiunto da poco». A quel punto, accompagnandomi all’interno, mi mostra la buca delle lettere e mi spiega che tutta la struttura è stata cambiata da appena qualche mese: «Il meccanico, che è la memoria storica di questo luogo, non sapeva niente di tutto ciò. E anche io non conosco nessuno con questo nome che abita qui. Poi qualche giorno fa, mentre scendevo le scale per andare a prendere la posta, ho visto che avevano aggiunto al nome di un ragazzo la dicitura “Salis” e il cognome di altri due tizi. Persone mai viste, qui abita una sola persona».
Da escludere che si sia perso qualche nuovo proprietario: «C’è stato un po’ di stravolgimento nell’ultimo periodo: sono andati via inquilini vecchi, sono arrivate persone nuove, però lei no. A me dà fastidio e non la giustifico minimamente. Sarebbe bello, con lo stipendio che prende ora, che cominci a dare quello che deve». Stando al racconto fornito sia dall’inquilino che dal meccanico (anche egli consigliere dello stabile, ndr), la parlamentare di Alleanza Verdi Sinistra è stata cercata a quell’indirizzo da un ufficiale giudiziario: «Un giorno mi ha chiamato l’altro consigliere e mi ha detto: “Scusa un attimo, ma ti risulta che qui abiti Ilaria Salis?” Ovviamente il nome mi ha acceso la lampadina e ho chiesto se si riferisse alla donna arrestata in Ungheria. A quel punto mi ha detto di sì e ha aggiunto che si era presentato l’ufficiale».
Se confermato, vorrebbe dire che effettivamente l’attivista ha fornito effettivamente l’indirizzo di via Tre Castelli come residenza. Ma fra i residenti sorgono naturalmente dei dubbi: «Una cosa strana e anche sgradevole- al di là delle motivazioni, dove ognuno può fare quello che pensa pagandone poi le conseguenze – è perché abbia messo il nome sul citofono e sulla posta? Per sviare?» Anche l’ipotesi che possa essere stata ospite del padrone dell’appartamento all’interno della palazzina non convince: «Io sono un po’ pignolo: se fosse ospite, non ci sarebbe il nome sul citofono. Lei non si è mai vista, mentre l’altro ragazzo almeno qualche volta si è palesato in giro. Anche se non ha abitato qua per un po’ di mesi».
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IL MISTERO DELLE TARGHETTE
Raggiunti poi dal meccanico davanti all’abitazione, anche lui non ha dubbi nello sposare la stessa versione: «Sono 44 anni che vivo qua e non ho mai visto la Salis». Addirittura, alla notizia del suo nome su citofono e posta, ha un mezzo sussulto: «Perché, ci sono?» chiede all’altro consigliere. E continua: «Non c’è mai stato un suo casellario della posta perché quando hanno installato quelli nuovi c’ero qui io. Il nome Salis non c’è mai stato, solo quello del ragazzo che vive qua». Avvicinandosi poi al citofono, dopo aver armeggiato un po’ con la targhetta che porta il nome dell’europarlamentare, bisbiglia: «Ma no assolutamente, questo è nuovissimo. Sotto ci sono i nomi di due vecchi proprietari, che però non ci sono più da 50 anni. Ma lo scotch è fresco, l’avranno messo da una settimana o dieci giorni. Non c’è mai stato, è nuovissimo». Insomma, al netto di qualche indizio che potrebbe indicare l’effettiva presenza di Ilaria Salis nel quartiere, nessuno l’ha mai vista. Un fantasma.
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