Ilaria Salis e la casa occupata: dove abitava lei un abusivo su tre
«Adesso qua abita un’altra ragazza. Penso che la casa se le passino tra di loro, fra chi ha bisogno...». Siamo sempre a Milano, in via Giosuè Borsi 14: nel palazzo di proprietà dell’Aler, dove si trova l’alloggio che l’azienda sostiene sia stato occupato da Ilaria Salis nel 2008, l’abusivismo continua a farla da padrone. E l’immobile occupato dall’eurodeputata di Alleanza Verdi Sinistra, per cui le sono stati chiesti 90mila euro di arretrati, è ancora abitato da inquilini che non ne hanno diritto. «La mia vicina è nuova. Questa è una ragazza che lavora in una pasticceria».
A raccontare le vicissitudini di quell’appartamento è sempre la vicina di casa che ha confermato la presenza della Salis nello stabile prima dell’arresto in Ungheria. Ma le storie di illegalità non si fermano solo a quell’alloggio nella scala E del civico 14.
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Conversando con la custode del condominio, si viene a conoscenza di una situazione ben più drammatica. Le stanze occupate sono tantissime: la portinaia parla di abusivi che arrivano, entrano nelle abitazioni sfitte e addirittura attaccano il loro nome alla casella della posta, incuranti di ogni conseguenza. A confermare questo scenario inquietante è la stessa Aler. Nella palazzina, su 116 residenze, quelle occupate sono 39. Ciò significa una su tre. Un numero enorme a cui avrebbe contribuito ad arrivare. A suo tempo, anche l’europarlamentare con i movimenti di lotta per la casa che tanto supporta e difende pubblicamente. Allargando ancora un po’ lo sguardo, ma senza abbandonare la prestigiosa zona Navigli nella quale si era trasferita l’ex detenuta in Ungheria, i numeri sono tragici. Nel triangolo fra via Gola, via Borsi e via Pichi gli alloggi occupati sono 292. Della serie: la residenza in centro piace proprio a tutti, anche agli abusivi. E se l’onorevole di Avs si ostina a sostenere coloro che organizzano queste azioni illegali, migliaia di cittadini onesti rimangono senza sistemazione.
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Non numeri, ma persone in carne e ossa: come Miriam, Monica e Michele, di cui abbiamo raccontato le storie su queste pagine alcuni giorni fa. E, come loro, tanti altri che aspettano da anni e anni. In più, i mancati introiti derivanti dall’affitto delle abitazioni sottraggono risorse a tutti coloro che regolarmente saldano alla fine del mese. Soldi che potrebbero essere impiegati per la manutenzione, la ristrutturazione e l’ammodernamento di tutto il parco immobiliare. Senza volersi fossilizzare su quel quartiere, ecco cosa dicono i dati Aler riferiti al 2023: gli appartamenti occupati in tutta Milano sono 2.859. Un numero in calo grazie agli sforzi messi in campo dalla società di edilizia pubblica, ma che risultano comunque tanti pensando alle code sterminate che si formano ogni volta che si apre un bando per gli alloggi all’interno del Comune; 2859 case che permetterebbero a tante famiglie per bene di avere un tetto sopra la testa. Sistemazioni che ora invece sono in mano gli abusivi. Come chi continua a risiedere nell’appartamento che fu di Ilaria.
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Tornando al racconto dell’inquilina di via Borsi, ecco cosa emerge sull’ex casa Salis: «Ora la mia vicina è una ragazza nuova». L’occupante, stando alle sue parole, sarebbe una donna sulla cinquantina arrivata da pochi mesi nell’abitazione. Ma, prima di lei, la casa non è certo rimasta vuota. La ricostruzione fornita dalla donna vorrebbe che l’eurodeputata abbia abitato lì per circa tre anni, fino allo scoppio della pandemia. Poi, durante il lockdown, si sarebbe trasferita con altre ragazze in un appartamento al piano terra, dall’altra parte del cortile dello stabile.
A subentrare nella residenza dell’attivista rossa sarebbe stata una coppia di fidanzati: «C’erano due ricercatori dell’università di Antropologia. Loro andavano spesso in Africa, erano una coppietta» spiega la vicina. Scavando nei ricordi, racconta qualche episodio legato agli ex inquilini: «Loro quando io avevo delle difficoltà con il computer mi aiutavano. Mi dicevano “guarda fai così, i comandi sono questi”. Purtroppo, con mio grande dispiacere, sono andati via perché stanno sgomberando tutte le case occupate.
Poi è subentrata questa ragazza che però non mi dà fastidio. Avrà la mia età». Insomma, una storia di illegalità che continua a protrarsi nel tempo, fin dal lontano 2008 quando Aler certificò l’occupazione abusiva dell’alloggio popolare da parte della onorevole Salis.