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Pride Milano, Majorino: "Chi è assente è omofobo". Sfregio di Pd e M5s al centrodestra

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A Milano va in scena il Pride e più che il giorno dell'orgoglio della Comunità Lgbtq sembra quello della sinistra all'attacco del governo, con puntate polemiche talmente estreme da risultare quasi surreali. Sono già in centinaia le persone che si sono riunite in via Vittor Pisani, all'altezza di piazza della Repubblica a due passi dalla Stazione centrale, da dove prenderà il via il corteo. 

"Una bella idea dei giovani: Fontana non vuole mai venire al Pride che è una grande festa e ci spiaceva che non fosse con noi", sono le parole di Pierfrancesco Majorjno, capogruppo del Pd in Regione Lombardia, che insieme al consigliere Paolo Romano mostra davanti al carro che sfilerà nel corso del corteo un cartonato del presidente della Regione Attilio Fontana. "Chi non è presente, è omofobo", ha aggiunto Majorino, accusando la giunta regionale di centrodestra di essere l'istituzione che "più di tutte dà segnali negativi a tutte le persone che oggi si troveranno in piazza". Ad attaccare la Regione Lombardia è stato anche il carro del Movimento 5 Stelle dove è apparso uno striscione con su scritto "Negare il patrocinio non spegnerà il nostro orgoglio". 

A conferma di come l'evento sia ormai di fatto una piazzata politica a 360° c'è la saldatura, senza un nesso logico, tra questione omosessuale e causa palestinese. Annunciata l'assenza dell'associazione Lgbt ebraica, Keshet, per "il clima di odio crescente intorno alla loro partecipazione". Alcuni ebrei hanno comunque preso parte al Pride di Milano sfilando col carro di +Europa dove è stato montato lo striscione Jews are welcome. Presenti il direttore del museo della Brigata ebraica Davide Romano che ha commentato lo striscione come "un piccolo grande gesto di solidarietà verso il mondo ebraico", e il giornalista Klaus Davi, ospiti di "Certi diritti": "Rispettiamo la scelta sofferta di Keshet - ha affermato il massmediologo -. Però io ritengo che la testimonianza dell'unica democrazia in Medio Oriente che ospita il Pride ci dovesse essere. Mi è dispiaciuta la presa di posizione di Alice Redaelli" di CIG Arcigay Milano "sul genocidio perché significa che non siamo bene accolti". 

"E' comprensibile la dolorosa decisione di Keshet - afferma Romano -. Il clima antiebraico c'è, ed è palpabile. In questi giorni ho registrato con piacere le forti reazioni della sinistra contro le parole antisemite di quei giovani di Gioventù Nazionale denunciati da Fanpage. Ma dov'era questa stessa sinistra il 25 aprile di fronte non solo alle parole contro la Brigata Ebraica, ma alla vera e propria aggressione fisica a cui siamo stati sottoposti? Dov'era di fronte a tutte le parole d'odio antiebraico dal 7 ottobre ad oggi? A parte Lia Quartapelle, Bussolati e pochi altri, troppi i silenzi che rasentano la complicità". Per Romano le parole del Pride milanese sono "malate" perché "cancella totalmente il massacro di 1.200 ebrei il 7 ottobre, nonostante il pregiudizio antisionista che li porta a evocare il genocidio da parte di Israele, nonostante l'assenza di una sola parola contro l'omofobia di Hamas che uccide le persone LGBTI".

A Napoli, invece, è presente in piazza anche Fulvio Martuscello: "Non c'è meraviglia per la partecipazione di Forza Italia al gay pride di Napoli - sottolinea il coordinatore regionale azzurro -. La difesa dei diritti appartiene a tutti e non alla sinistra. Nella Regione che vogliamo non c'è discriminazione di sesso, religione e razza. Avanti così".

 

 

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