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Milano, la città in balia dei balordi ma Sala dà la colpa al governo

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Enrico Paoli
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È successo a Lambrate. Ma poteva accadere in qualunque altra zona di Milano. Perché di Hasan Hamis, il 37enne marocchino irregolare che ha ferito gravemente a coltellate il vice ispettore della Polizia di Stato, Christian Di Martino, («una persona estremamente pericolosa e violenta e che di fronte alle forze dell’ordine scatena ancora di più i suoi istinti aggressivi», come sostiene la Procura) a giro per la città ce ne sono tanti, troppi per far finta di nulla. Non a caso il questore, Giuseppe Petronzi, poco meno di un mese fa, aveva lanciato l’allarme riguardo ai disagiati psichici e ai troppi coltelli. La cronaca, drammaticamente, si è incaricata di dargli ragione. Ma nonostante questo disarmante quadro d’insieme, disarmante e allarmante al contempo, c’è chi insiste nel voler buttare la palla in tribuna. «I delinquenti acclarati devono essere rimpatriati e, intendiamoci, il punto è chi fa che cosa. Quindi anche il nostro governo», afferma il sindaco, Beppe Sala, «visto che qualche esponente dei partiti di maggioranza butta la croce addosso a Milano e a me, faccia un esame di coscienza e si chieda perché non fa il suo dovere. Se c’è un provvedimento di espulsione il dovere è eseguirlo. Altrimenti chi ci rimette sono le forze dell’ordine o i cittadini», rimarca il primo cittadino, «in questo caso è chiaro di chi è la responsabilità».

 

 

Come se non bastasse l’inquilino di Palazzo Marino rincarala dose sostenendo di non sapere con esattezza quale sia «il numero di uomini» delle forze dell’ordine presenti a Milano: «Quanti sono non si sa mai». Insomma, è sempre colpa degli altri. Come se questo governo fosse in carica da una vita, e non da poco tempo, mentre l’accoltellatore è un clandestino da 22 anni (dal 2002) e gli uomini inviati dall’esecutivo attuale siano stati sicuramente di più quanto fatto dai precedenti. Ma sì, buttiamo la palla in tribuna. «Il governo mi sembra che stia facendo la sua parte, sono i meccanismi che purtroppo impediscono di allontanare chi non dovrebbe rimanere sul nostro territorio», replica secco il governatore lombardo, Attilio Fontana, «è una cosa che anche noi diciamo da tanto tempo, che bisognerebbe consentire di espellere chi deve essere espulso con rapidità». «L’attuale situazione della sicurezza a Milano, e quanto accaduto nella stazione di Lambrate, meritano una riflessione che non può più essere rinviata e il sindaco Sala ne deve prendere coscienza», gli fa eco la presidente della Consulta di Fi, ed ex sindaca, Letizia Moratti.

NUMERI DRAMMATICI
A rendere ancor più esplicita la situazione, in termini di numeri, ci pensa il deputato di Fratelli d’Italia, Riccardo De Corato. «A Milano, solo nell’area metropolitana, gli stranieri regolari sono 493mila, a cui vanno aggiunti i «circa 100mila clandestini». L’esponente meloniano, citando gli ultimi dati del Questore, Giuseppe Petronzi, forniti alla Festa della Polizia, ricorda come le rapine commesse sulla pubblica via, da parte di stranieri, sono passate dal 71% dei casi del 2022 all’81% di quelli nel 2023, mentre i furti con destrezza commessi da persone non italiane rappresentano il 96% del totale. Facile parlare di espulsioni, ancor più semplice dare la colpa al governo se non si citano questi dati. «Non è un bel segnale la polemica politica innescata dal sindaco Sala in queste ore così drammatiche. Servono senso di responsabilità e rispetto», afferma il senatore dell’Udc, Antonio De Poli. «Dov’era Sala quando la sinistra si opponeva ai Cpr?», chiosa il capogruppo della Lega al Senato, Massimiliano Romeo. «C’è chi assicura che Milano sia sicura e pensa ai grattacieli e ai gelati. C’è chi crede che un agente in fin di vita valga una polemica con il governo. C’è chi crede che Sala sia un bravo sindaco», scrive su Twitter la ministra del Turismo, Daniela Santanchè. C’è chi crede, invece, che un agente ferito vada difeso e tutelato. E proprio perché in queste ore il sentimento prevalente è esattamente quello, frammisto alla rabbia dei milanesi per il senso d’insicurezza, reale non affatto percepita, anche i sindacati di categoria se la prendono con il primo cittadino del capoluogo lombardo.

 



SINDACATI ALL’ATTACCO
«Dal sindaco Sala, in un momento di tensione e difficoltà, ci aspettavamo vicinanza e solidarietà nei confronti della Polizia e delle forze dell’ordine, anziché una polemica becera e sterile», afferma Domenico Pianese, segretario generale del sindacato di Polizia Coisp. «Sfidiamo il sindaco Sala, e la sinistra, a un impegno comune per dotare ogni regione italiana, anche quelle rosse, di centri per le espulsioni», chiosa Silvia Sardone, europarlamentare del Carroccio e consigliere comunale, «la Lega lo chiede da sempre. Non è con il buonismo e le belle parole, o vietando i gelati, che si garantisce la sicurezza dei cittadini».

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