Giorno della Memoria, odio rosso contro Liliana Segre: "Olocausto sionista"
Nel Giorno della Memoria, i pro-Palestina sfidano i divieti arrivati dal Viminale e scendono comunque in piazza in diverse città italiane. Alta tensione in particolare a Milano, dove centinaia di persone si sono raccolte in un presidio nonostante lo stop arrivato alla vigilia.
"Manifestare contro Israele non è reato": questo uno dei cartelloni che campeggia in piazzale Loreto, dove si sono radunati i manifestanti e dove sventolano a centinaia le bandiere della Palestina. "Fateci manifestare", "Palestina libera" gli slogan urlati a gran voce.
E ancora, un cartellone recitava: "Nella giornata della memoria mi avete ricordato che la vita di un bambino palestinese vale quanto quello di un bimbo ebreo durante l'Olocausto". In un altro angolo di piazzale Loreto gli organizzatori contestano la decisione di fermare il corteo in concomitanza con il Giorno della Memoria: "Questa richiesta è stata presa ieri, l'abbiamo accettata con amarezza, ma non è corretta: non è la comunità ebraica che deve comandare e decidere. Noi abbiamo accettato per rispetto, ma con amarezza. Non volevamo creare problemi, domani faremo la nostra manifestazione. Anche oggi abbiamo dimostrato il nostro senso di responsabilità nei confronti della questura e del governo".
E altre scene di tensione si sono viste all'esterno dell'Università Statale, sempre a Milano, proprio mentre all'interno dell'Ateneo veniva consegnata a Liliana Segre la laurea honoris causa. A raccogliersi fuori dall'università ecco il collettivo studentesco comunista Cambiare rotta, che da tempo incendia diverse manifestazioni.
La protesta va in scena all'ingresso della Statale, dove viene esposto uno striscione che recita: "Basta con l'olocausto sionista contro il popolo palestinese". E ancora: "Stop al genocidio dei palestinesi". Quindi, al megafono, uno degli animatori del collettivo urlava: "A che ca*** serve la Giornata della Memoria se poi di fronte ad un genocidio rimaniamo indifferenti? O peggio portiamo avanti scientificamente politiche di pulizia etnica?".
Insomma, a Milano sfila l'odio rosso. Che non si ferma neppure davanti alla presenza di un simbolo della resistenza al nazifascismo come Liliana Segre. I manifestanti sono stati poi dispersi e allontanati dalla polizia, in un clima di tensione crescente e di sfida al divieto di manifestare.