Vittorio Sgarbi, "non è italiano": la testa che vuole far saltare
Si parla del prossimo sovrintendente del Piermarini all'evento celebrativo dei 40 anni della Domenica del Sole 24 Ore. Qui Vittorio Sgarbi ha detto la sua su Dominique Meyer, già alla guida della Scala: "Non è italiano, non è un difetto però io credo che, come accade in Francia, Inghilterra o Spagna, il direttore generale, non uno dei conservatori o dei curatori, deve essere italiano". Il mandato di Meyer infatti scadrà nel 2025 e lo stesso diretto interessato non nasconde la volontà di rimanere al suo posto. "Ho rimesso a posto la Ferrari e vorrei guidarla un po'", ha detto in merito. Per il teatro, infatti, sono stati anni difficili e tanti sono stati i lavori per rendere la Scala più ecologica e tecnologica.
Tornando poi alla Prima, con la regia di Lluis Pasqual del Don Carlo, il deputato del Misto l'ha definita "una regia perfetta. Finalmente il riscatto di un rispetto del testo, della musica e del sentimento del Don Carlo, rispetto a regie modernizzanti, per cui devi far diventare La Bohème di Puccini un luogo di drogati o il Don Carlo una storia che riguarda Berlusconi...". Al contrario di qualche critica ricevuta da Pascal, secondo Sgarbi la regia è stata "perfetta" e "degna di una grande Scala e di questo ho fatto i complimenti anche al sovrintendente Meyer".
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Una regia che dà al Don Carlo "una dimensione di profondità, nella storia e nel rapporto tra libertà amorosa e ragioni di stato, che non puoi adattare al nostro tempo". Secondo Sgarbi "l'idea che tutto sia legato a una dimensione psicologica e di potere politico, oggi non è più rappresentabile. Se tu attualizzi il Don Carlo - ha concluso - perdi il senso del rapporto tra Carlo, Filippo ed Elisabetta" e quindi quella di Pascal è stata "una grande regia, con grandi costumi e grandi scene: tutto perfetto".
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